3. GUERRE e DISABILITA. La martoriata Gaza

Un disastro Umanitario

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Pace in Palestina
Pace in Palestina (Foto https://it.freepik.com)

Nel terzo articolo del nostro Reportage, vogliamo affrontare le ulteriori difficoltà di chi, con una disabilità fisica o intellettiva, deve affrontare una guerra sanguinosa, come quella che, nella “Striscia di Gaza” stanno affrontando Israele e Palestina. Come sempre, non vogliamo affrontare il discorso, dal punto di vista politico, perché noi, continueremo a pensare che una Guerra, è una crudeltà per chiunque la vive. Non ci sono morti di Serie A o Serie B, ma solamente degli innocenti che, cercano di fuggire da questa barbaria.

Abbiamo raccolto una testimonianza di chi vive la guerra da lontano, perché trapiantato a Cagliari da tanti anni, ma lì, vivono suoi parenti e suoi amici.

Siamo stati a trovare il Dottor Omar Zaher, che ci ha offerto un ottimo Thè giordano.

La guerra è brutta per tutti. La disabilità è una condizione, già difficile. Per una persona che ha già una disabilità fisica (come paraplegica o cieca) o anche intellettiva (autistici o down), come riesce ad affrontare, uno stato di Guerra?

«Questa guerra sta diventando un disastro, il problema poi è che, chi era sano e non aveva nessuna disabilità, ora lo sta diventando. La maggior parte di bambini, donne e anziani, etc., sta perdendo non solo la fisicità, sta perdendo anche, lo stato cognitivo delle cose, non ragiona più. Già poter vivere e mangiare è diventato difficile, e il problema delle persone con disabilità, sta diventando impossibile. Adesso sembrerebbe che, i Paesi vicino stiano cercando di aiutarli, l’Egitto e gli altri Paesi limitrofi, ci stanno provando, ma non è semplice, perché sta diventando sempre più difficile, raggiungere i luoghi di guerra e dove le persone cercano di fuggire. Purtroppo, è in atto un genocidio, dove i profughi palestinesi non riescono a spostarsi, perché magari vengono bombardati. La Questione Palestinese è molto più grave di qualsiasi storia, abbiamo già vissuto nella nostra Vita»

Lo Stato ha un occhio di riguardo per loro, o tratta tutti allo stesso modo?

«Lo Stato, in questo momento, mette tutti sullo stesso piano, perché ora, bisogna salvarsi. Però fortunatamente, un occhio di riguardo c’è, dai “vicini” o almeno quelli, che sono ancora in grado di poter fare qualcosa, in generale, in situazioni normali, l’occhio di riguardo da parte dello Stato c’è. Non riesce ad aiutarli, come in Europa ed in tutto l’Occidente, perché lì, si accolla tutto la Famiglia. Ad esempio, un mio nipote, in Giordania, ha avuto un incidente a cinque anni ed è rimasto, completamente paralizzato. Adesso ormai, ha sessant’anni, e lo Stato non è mai riuscito ad aiutarlo, neanche l’Assicurazione. Purtroppo, è rimasto così e sta perdendo la Vita, ed è proprio brutto che accada, anche questo».

Una persona con disabilità, quante difficoltà ha durante la guerra, nel reperire i Farmaci di cui ha necessità vitale?

«Certo è difficile, già per chi ha patologie tradizionali, come può essere la pressione o il diabete, figuriamoci per chi ha una disabilità, e avrebbe un bisogno maggiore e vitale, per fare anche solo, fisioterapia. In questi casi, anche nella Guerra, quando ad un Paese non arriva nulla, perché tutto è circoscritto e non fa entrare, si trovano maggiori difficoltà, rispetto ad un Paese che può attingere ai farmaci, ma nel caso di Gaza poi, non arriva nulla, neanche la farina. Abbiamo visto, bambini piccoli, morire nelle culle, perché stanno morendo di fame e ne stanno morendo centinaia. Da poco, una donna non è riuscita a trovare da nessuna parte, il latte per i suoi bambini, e sono morti. Nella Guerra è molto difficile aiutare, stanno portando in Italia, ottanta bambini per poterli curare. Ma è un numero irrisorio, rispetto ai ventimila presenti. Purtroppo, se muoiono bambini sani, figuriamoci, chi ha una disabilità».

 Molti soldati, durante la guerra, perdono un arto: un braccio o una gamba. Qual è il loro stato d’animo, per affrontare una cosa del genere? Vengono esonerati o devono continuare a combattere?

«Finché possono, devono continuare a dare una mano, perché la resistenza deve continuare e bisogna salvarsi. Poi se non riescono, una volta che “acquistano” una disabilità, la maggior parte aiuta in quel che può».

 Lo Stato riesce ad aiutarli con una Pensione d’Invalidità o qualsiasi tipo di aiuto?

«Non esiste uno Stato, esisteva un po’, il Governo di Hamas, e con loro si stava bene, non come dicono gli altri. Ormai, non esiste più nulla, perché il 70% degli edifici è distrutto».

 

Queste, sono le parole del Dottor Zaher, ma noi possiamo riflettere che, non esiste più uno Stato palestinese, e le vittime di questa guerra, sono sempre degli innocenti: donne, uomini e bambini. A prescindere purtroppo, che abbiamo una disabilità o no.

Daniele Cardia

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Informazioni su Daniele Cardia 281 Articoli
Giornalista Pubblicista - Direttore "MediaPress24" Scrivo per "Angeli Press" - "Cagliari Live Magazine" e con "Il Punto Sociale" Collaboro con "Opificio Innova, le WebTv: "MATEX Tv" e "ManiaTv" Vincitore dei Premi "USSI SARDEGNA 2022" Ho collaborato con l'emittente tv locale "Uno4" Nel 2017 ho scritto il libro: "Una storia qualunque... Barcollo ma non mollo"

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