Si sta registrando una vera e propria mobilitazione di scienziati e personale sanitario in difesa di una sanità pubblica già sull’orlo del collasso. Soprattutto nelle regioni meridionali il servizio sanitario nazionale rischia di sgretolarsi. La riforma dell’autonomia differenziata in questo senso rappresenta una minaccia molto seria. Già da tempo, in materia di assistenza sanitaria si registrano differenze significative nelle diverse regioni quanto a qualità e tempistica dei servizi erogati. La riforma Calderoli peggiorerà questo stato di cose, producendo, nei fatti, un ulteriore definanziamento della sanità pubblica. Si tratta di un grido di allarme venuto da alcuni membri della Commissione che ha il compito di individuare i Lep, cioè i livelli essenziali delle prestazioni da garantire su tutto il territorio nazionale. Hanno spiegato alcuni autorevoli membri della Commissione tra essi anche ex presidenti della Corte costituzionale che la riforma presenta palesi criticità «destinate ad aumentare in modo evidente il solco delle diseguaglianze nel Paese». Per questa ragione alcuni membri della Commissione si sono dimessi. La disparità nell’accesso all’assistenza sanitaria tra regioni è sicuramente una questione critica che potrebbe portare a divisioni e tensioni nella società. È importante che tutti i cittadini abbiano accesso a cure mediche di qualità, indipendentemente dalla regione in cui vivono. La creazione di “cittadini di Serie A e Serie B” in base alla regione di residenza potrebbe aumentare le disuguaglianze e generare disagi e proteste sociali sempre più diffuse. Affrontare questa disparità richiede un impegno collettivo per migliorare l’equità nell’accesso ai servizi sanitari. Ciò potrebbe implicare riforme strutturali per garantire una distribuzione più uniforme delle risorse sanitarie, investimenti nelle aree svantaggiate e un maggior coordinamento tra le diverse regioni per garantire che tutti i cittadini ricevano un livello adeguato di assistenza sanitaria. Solo attraverso un approccio inclusivo e solidale possiamo prevenire i disagi sociali e garantire il diritto alla salute per tutti i cittadini. Certo che le risorse destinate alla sanità saranno dirottate verso altri obiettivi. Il governo assicura che, comunque, si rimedierà nelle forme possibili. Si tratta di un atteggiamento davvero irresponsabile, soprattutto se si tiene conto che l’assistenza sanitaria, anche all’interno dell’impianto valoriale della Costituzione, costituisce una priorità assoluta. Il sistema sanitario pubblico ha rappresentato una grande conquista sociale, che non può essere messa in discussione. Si tratta di ottemperare a doveri della Carta europea dei diritti. In quest’ultima, infatti, non ci si limita solo ad affermare che l’assistenza sanitaria costituisce un obbligo inderogabile. Ma si precisano anche le modalità attraverso cui tale obbligo va assolto, con particolare riferimento alla qualità delle prestazioni da garantire. L’articolo 35 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea sottolinea effettivamente l’importanza di garantire un alto livello di protezione della salute umana nell’ambito delle politiche e attività dell’Unione Europea. Questo significa che la salute dei cittadini europei è considerata una priorità e deve essere preservata e promossa in tutte le decisioni e azioni dell’Unione. Tuttavia, è importante notare che questo principio non esclude l’importanza di altre prestazioni sociali nell’ambito dell’Unione Europea. Mentre l’articolo 35 enfatizza specificamente la salute umana, esistono altri principi e direttive nell’Unione Europea che si occupano di garantire il benessere sociale e la protezione dei diritti dei cittadini in vari settori, come l’occupazione, la protezione sociale, l’istruzione, e così via. Ad esempio, la Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea include anche altri diritti sociali e economici, come il diritto al lavoro dignitoso, il diritto alla protezione contro il licenziamento ingiusto, il diritto a condizioni di lavoro eque, il diritto all’istruzione e alla formazione professionale, il diritto alla sicurezza sociale e all’assistenza sociale. Pertanto, sebbene l’articolo 35 ponga un’attenzione particolare sulla protezione della salute umana, l’Unione Europea si impegna anche a promuovere e garantire altri aspetti cruciali del benessere sociale dei cittadini europei attraverso varie politiche e azioni. La protezione della salute umana rappresenta certamente un pilastro fondamentale, ma non è l’unico elemento preso in considerazione nell’ambito delle prestazioni sociali e della protezione dei diritti all’interno dell’Unione Europea. il diritto alla salute è un diritto fondamentale che dovrebbe essere garantito nell’interesse sia dell’individuo che della collettività. La salute non è solo un bene personale, ma anche un bene pubblico che contribuisce al benessere generale della società. Ecco perché il diritto alla salute è considerato parte integrante dei diritti umani fondamentali. Quando le persone godono di buona salute, sono in grado di vivere una vita più piena e produttiva, contribuendo al progresso e al benessere della comunità in cui vivono. La garanzia del diritto alla salute implica non solo fornire cure mediche e accesso ai servizi sanitari, ma anche promuovere condizioni di vita che favoriscano la salute, come la protezione ambientale, l’accesso a cibo e acqua sicuri, la sicurezza sul lavoro e la prevenzione delle malattie. Inoltre, il diritto alla salute è strettamente collegato al concetto di dignità umana. Tutti gli individui hanno il diritto di vivere una vita sana e di avere accesso a cure mediche adeguate senza discriminazioni di alcun tipo. Garantire il diritto alla salute richiede un impegno a livello globale, nazionale e locale per sviluppare politiche e programmi che promuovano la salute e prevenendo le malattie. Investire nella salute pubblica non solo migliora la qualità della vita, ma contribuisce anche a ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche e a promuovere una società più equa e inclusiva. In conclusione, il diritto alla salute è essenziale per il benessere individuale e collettivo. Dovrebbe essere garantito e protetto come parte integrante dei diritti umani fondamentali per promuovere una società più sana, equa e prospera per tutti.
Guttae Legis
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