(Adnkronos) – "Abbiamo ragionato su come il calco fisico di una piazza sia il luogo in cui tutti i giorni si attiva la vita e l’imprevedibilità ad essa collegata. La piazza è un luogo pubblico, non ha codici prefissati per il comportamento dei singoli. In piazza si può giocare a calcio, ma magari mezz’ora dopo passa una processione religiosa, una manifestazione, accade un delitto. Non ci sono codici. Questa intrinseca libertà di comportamenti va assolutamente protetta". L’architetto Stefano Boeri racconta così il progetto “Piazza Italiana”, il cuore del padiglione Italia Ospite d’Onore alla Buchmesse di Francoforte 2024. Lo fa durante il panel “La Grande Piazza dei Libri e delle Idee” che oggi pomeriggio, all’Arena del Padiglione Italia, ha visto anche la partecipazione di Giovanni Agosti, professore ordinario di Storia dell’arte moderna all’Università degli Studi di Milano. Il racconto di Boeri svela il percorso creativo che ha portato un’idea germogliata da una chiacchierata con Riccardo Levi, commissario della buchmesse prima di Mazza, a diventare progetto concreto: “La 'Piazza Italiana' della buchmesse è nata all’interno di un percorso ricco di spunti e riflessioni. Con il team Stefano Boeri Interiors abbiamo lavorato sugli elementi costitutivi della piazza occidentale: la colonna, il monumento centrale, lo spazio aperto e attorno una serie di presenze che nel caso delle piazze italiane sono le chiese, i vicoli, gli edifici e che in questa specifica piazza sono le stanze che ospitano gli elementi espositivi che raccontano la cultura dell’editoria italiana”, spiega. Una piazza che si ispira alle altre piazze italiane, luoghi in cui si deposita l’immaginario: “In letteratura centinaia di autori nella piazza italiana hanno immaginato uno scenario creativo. Un luogo come la piazza, in cui c’è libertà di comportamento, ci sembrava l’ideale per accogliere una manifestazione come la Buchmesse”. La ‘Piazza italiana’ di Boeri che ieri ha fatto da cornice all’inaugurazione del padiglione Italia Ospite d’Onore, oggi è stata animata da un via vai di persone. Il chiacchiericcio è costante, il ricco e variegato programma di panel stimola idee e riflessioni in un pubblico che a ogni incontro si mostra appassionato e coinvolto. Non è mancata la musica: alcuni intermezzi musicali hanno allietato i presenti tra un panel e l’altro. È una piazza a tutti gli effetti: “Nel lavoro di Stefano c’è la caratterizzazione rispetto all’occasione, un gesto di grande maturità architettonica e professionale. Il dialogo con l'esperienza del teatro che interviene in questa piazza è molto tecnico e la rende diversa dagli altri padiglioni anche attraverso l’aspetto illuminotecnico. C’è una sapienza tecnica storica e filosofica insieme”, ha commentato il professor Giovanni Agosti nel suo intervento. Durante il panel, il giornalista Luigi Mascheroni, che ha moderato l’incontro, ha sollevato la questione dell’overtourism. L’architetto Boeri ha risposto così: “Credo ci sia un tema quasi fisico di capienza quantitativa, di misurazione del peso delle folle. Il calco minerale che ci circonda”, cioè la piazza, “va tutelato. Sono meno preoccupato dalle tipologie dei flussi che abitano le nostre piazze, i nostri centri storici o i nostri borghi. Alla fine vince il calco fisico che va protetto, ma alla lunga è lui che decide”, ha concluso. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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