(Adnkronos) – Più salario agli addetti del commercio e del turismo per le ore trascorse al lavoro di domenica, di notte e nei giorni festivi. Altrimenti i lavoratori sono pronti a dire basta. E' chiara la richiesta che arriva dalla Uiltucs con il segretario generale Paolo Andreani e che sarà posta nella prossima tornata di rinnovi contrattuali per "sconfiggere quello che per noi è lavoro disagiato", sottolinea Andreani, intervistato da Adnkronos/Labitalia. "Il tema che dobbiamo fronteggiare -spiega- è quello del lavoro povero. Su 1,2 mln di lavoratori del turismo 6 su 10 guadagnano meno di 11mila euro all'anno. E su 2,5 mln di lavoratori del terziario, inteso come commercio tradizionale e quello avanzato, 3-4 su 10 sono nella stessa condizione, e cioè guadagnano anche essi meno di 11mila euro l'anno. Si tratta di persone che o hanno discontinuità lavorativa, o part-time a basso orario, o lavoratori a tempo determinato a bassa qualificazione", spiega il leader sindacale. Una condizione non più accettabile per il sindacato. "Per potere venire incontro al problema del lavoro povero e in qualche modo fare un passo in avanti nella risoluzione il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro è per noi un passo decisivo. E' necessario aumentare a questi lavoratori la paga base, la paga tabellare, con il riferimento all'Ipca, è cioè all'indice inflattivo. Basti pensare che solo nel 2022 i lavoratori hanno perso una mensilità rispetto al potere d'acquisto", sottolinea. Una partita, quella dei rinnovi, che per la Uiltucs dovrà però tenere conto delle caratteristiche dei settori di riferimento. "C'è un orario di lavoro molto disagiato, l'orario domenicale sia nel turismo che nel commercio, l'orario notturno, l'orario festivo. E quindi noi abbiamo l'esigenza di aumentare la paga oraria del lavoro disagiato. Ci sono lavoratori -racconta- che lavorano 52 domeniche all'anno nel terziario. C'è bisogno di dare salario a queste persone e quindi noi dobbiamo aumentare la maggiorazione oraria dei loro salari. Un esempio: il lavoratore del commercio quando lavora la domenica, e sono tantissimi a farlo, hanno una maggiorazione del 30% della paga. Noi vogliamo aumentarla, portarla almeno al 40-50%. Dobbiamo fare in modo che se le aziende vogliono la flessibilità, paghino i lavoratori. Anche perchè altrimenti i lavoratori non ci vanno più a lavorare", avverte Andreani. E i primi effetti già si vedono, sottolinea Andreani. "Nel turismo i camerieri, i cuochi, i barman di fatto sono introvabili. Proprio perchè la discontinuità lavorativa, la grande quantità di lavoro nero, e la paga oraria bassa non consente al lavoratore di avere il riscontro del sacrificio. Nel turismo la maggiorazione del lavoro orario domenicale è al 10-20% a seconda del contratto di lavoro di riferimento, pubblici esercizi o alberghi. Abbiamo bisogno di aumentare la paga oraria di queste persone", ribadisce Andreani. Ma qual'è l'identikit del lavoratore domenicale nel commercio? "In genere -spiega Andreani- sono donne, giovani, con punte elevate nel Sud Italia. Lavorano per poche ore alla settimana, tutte concentrate nel week end, in orari disagiati, decisi dalle imprese, con salari orari bassi. Se sul lavoro di domenica non si può più tornare indietro, visto che per le imprese ormai è il secondo, terzo giorno per fatturato, allora noi vogliamo che sia data la giusta remunerazione a queste persone e anche sia data loro la possibilità avere una vita al di fuori del lavoro, perchè adesso, con gli orari disagiati in cui lavorano, questo gli è precluso", aggiunge ancora. E per difendere i diritti dei lavoratori del settore il sindacato è pronto a una grande mobilitazione per il prossimo 22 dicembre, a ridosso del Natale, nel clou delle attività per le imprese che operano appunto nel turismo e nel commercio, dai supermercati passando per gli alberghi.. "Come Cgil, Cisl e Uil -sottolinea Andreani- andremo il prossimo 22 dicembre allo sciopero nazionale e porteremo in piazza a scioperare i lavoratori del commercio e del turismo ed è la prima volta nella storia delle relazioni con le nostre controparti. Mai si era verificato che tutti i lavoratori del commercio e del turismo scendessero insieme in piazza". E le motivazioni, ribadisce Andreani, non mancano. "Abbiamo la bellezza di 15 contratti collettivi scaduti, di cui 9 per oltre 4 milioni di lavoratori tra il commercio e il turismo. Dobbiamo affrontare il tema del lavoro povero che è diffusissimo nei nostri comparti", spiega il dirigente sindacale. —lavoro/sindacatiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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