(Adnkronos) – “Se è vero quello che ha scritto il ‘Wall Street Journal’ sulla Cina, siamo di fronte ad un fatto gravissimo. La modalità che noi scienziati usiamo è che, quando siamo di fronte ad un virus nuovo, mettiamo ogni notizia o studio a disposizione della comunità scientifica. Averlo ritardato di 14 giorni è gravissimo anche dal punto di vista medico-scientifico. Se avessimo avuto alcune informazioni prima, magari potevamo avere test prima e lavorare sui farmaci con anticipo. Io mi ricordo quel dicembre del 2019 e se i cinesi avevano già mappato Sars-CoV-2 è un fatto scandaloso. Va condannato da tutta la comunità scientifica”. Così all’Adnkronos Salute Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova, commentando quanto riferisce il ‘Wsj’ facendo rifermento a documenti ottenuti dal Dipartimento Salute e Servizi umani degli Stati Uniti da un comitato della Camera ed esaminati dal giornale, da cui risulterebbe che un laboratorio cinese avrebbe mappato il coronavirus Sars-CoV-2 due settimane prima che Pechino rivelasse al mondo i dettagli del patogeno letale divenuto successivamente responsabile della pandemia. Secondo Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, “siamo ai soliti ritardi della Cina che già abbiamo visto nel 2020. Se è confermato quanto scrivono negli Usa, abbiamo perso settimane decisive e comunque si sarebbero salvate tante vite e avremmo evitato anche tanti malati. Se quei dati sul Sars-CoV-2 fossero stati condivisi avremmo avuto più tempo anche per prepararci qui in Italia”. Così “L’articolo del Wall Street Journal è un’ulteriore conferma delle bugie che sono state dette dalla Cina intorno alla natura della pandemia e al momento in cui si è manifestata”, sostiene Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, che ha sempre stigmatizzato una mancanza di trasparenza da parte del gigante asiatico sul coronavirus Sars-CoV-2. “Niente di nuovo”, dichiara l’esperta. Il quotidiano Usa, afferma, “non fa altro che confermare ancora una volta quello che io ho detto fin dall’inizio della pandemia. I cinesi, come spesso hanno fatto anche altre volte, per motivi di immagine o per altre ragioni che hanno ritenuto potessero rappresentare una giustificazione, hanno tenuto nascosta la pandemia”. Gismondo non ha dubbi: “Ce l’hanno anche dimostrato le foto dei satelliti – sottolinea – che già nell’estate del 2019 mostravano abnormi afflussi ai pronto soccorso in Cina”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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