Secondo il criminologo Michel Emi Maritato, i casi di Yara Gambirasio e Sarbjit Kaur potrebbero essere collegati e attribuibili allo stesso assassino, nonostante uno dei due episodi sia stato chiuso come suicidio. Yara scomparve il 26 novembre 2010, e il suo corpo venne ritrovato mesi dopo, mentre Sarbjit, una giovane donna indiana di 21 anni, scomparve il 24 dicembre 2010. I loro corpi furono trovati in luoghi vicini tra loro, con dettagli inquietanti che uniscono le due vicende.
Maritato sottolinea che le modalità delle ferite inferte su entrambe le vittime presentano somiglianze che non possono essere ignorate. Yara fu ritrovata con tagli precisi sul corpo, tra cui una “X” incisa sulla schiena, un dettaglio che il criminologo ritiene essere stato inferto quando la ragazza era immobile. Sarbjit, invece, presentava ferite ai polsi e una ferita profonda alla testa, che nel suo caso furono attribuite a un suicidio.
Entrambe le vittime, secondo l’autopsia, mostravano segni simili, inclusi tagli leggeri sotto la mandibola e sul torace, con incisioni che formavano simboli come una “X” e una “J”, interpretati da Maritato come segni druidici o esoterici.
Il criminologo solleva inoltre dubbi sulla decisione di chiudere il caso di Sarbjit come suicidio, mentre l’omicidio di Yara ha portato alla condanna di Massimo Giuseppe Bossetti. Secondo Maritato, le autorità avrebbero dovuto esplorare la possibilità di un unico assassino per entrambi i crimini, poiché i parallelismi nelle modalità di morte e nelle ferite indicano una connessione che non è stata sufficientemente approfondita.
Questa teoria alimenta dubbi sulla colpevolezza esclusiva di Bossetti e solleva interrogativi su un possibile errore nell’attribuzione delle responsabilità per i due delitti.
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