(Adnkronos) – “Le Regioni sono contemporanee a questa riorganizzazione e alla rivoluzione che deriva dalla tecnologia legata anche all’intelligenza potenziata e all’intelligenza artificiale. Oggi sono possibili cure, interventi chirurgici, esami diagnostici con una precisione, una predizione tale che erano inimmaginabili fino a qualche anno fa. E’ una grande opportunità che deve però interrogarci anche sul piano etico, perché la persona deve essere sempre posta al centro”. Lo ha detto Raffaele Donini, coordinatore Commissione Salute della Conferenza delle Regioni e Pa, assessore alle Politiche per la Salute della Regione Emilia Romagna, partecipando oggi alla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, che si è svolta all’interno dell’evento Laboratorio Sanità 20/30 Ai in corso a Codroipo (Udine). “Sull’intelligenza artificiale, che io chiamo intelligenza potenziata – aggiunge Donini – in realtà non siamo indietro come nazione: siamo disomogenei. Come è disomogenea oggi in Italia la risposta sanitaria ai bisogni di salute dei cittadini. Oggi ci sono strumenti a disposizione di alcuni sistemi sanitari che occorre mettere a disposizione di tutti. Il tema nazionale oggi è l’omogeneità della risposta ai bisogni di salute dei cittadini. Occorre dare al sistema sanitario quelle prospettive e quella consistenza, anche di finanziamento, che possano garantire alle Regioni che sono in una situazione di maggiore criticità di poter fare passi in avanti significativi”. La tecnologia digitale “deve essere avanti – afferma – andrà sempre avanti. Non è possibile non farne uso, non è possibile assolutamente prescindere dal fatto che oggi la circolarità e la disponibilità delle informazioni per il cittadino devono essere al centro, al primo posto. Certo è che oggi il Fascicolo sanitario elettronico per il cittadino è essenziale. Le Regioni che lo hanno da tempo sperimentato, come appunto l’Emilia Romagna, lo sanno benissimo: è un patrimonio di informazioni a disposizione dei clinici e dei cittadini e quindi tutte le implementazioni che si possono fare si devono fare. Poi, ovviamente, occorre far tesoro di tutti i rilievi che il Garante” Privacy “ci ha ci ha rivolto”. Sul riparto, per Donini resta la questione “di un Fondo sanitario nazionale che non è consistente, non è capiente. I 3 miliardi in più che questo Governo ha messo nel fondo, di fatto, le Regioni non li vedono perché sono vincolati al rinnovo del contratto del personale dipendente e sono anche in qualche modo” assorbiti “dall’aumento del tetto farmaceutico”. “E’ quindi sempre più difficile per le Regioni, in assenza di un incremento del Fondo sanitario, farsi carico di tutte quelle che sono le richieste giustissime del territorio. Lo diciamo da qualche anno: il Fondo sanitario deve essere implementato per dare modo alla sanità di garantire sempre più il diritto alla salute dei cittadini. Speriamo – conclude – che ciò avvenga”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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