La disabilità visiva, per come la conosciamo noi, non permette di vedere con gli occhi. Ma sicuramente, gli altri sensi, come tatto, olfatto, etc. sono più sviluppati. Noi, spesso, abbiamo raccontato storie di tante persone con immense capacità. Quando uno pensa, ad una persona cieca, non riesce a pensare che tra queste, c’è chi corre, chi dipinge e chi scolpisce, come Felice Tagliaferri. La sua è una specie di scultura cosiddetta tattile o non proprio? Abbiamo cercato di capirlo meglio, con l’Artista.
Chi è Felice Tagliaferri?
«Felice Tagliaferri è un Uomo, un Papà, un Compagno, Uno Scultore, e sono un Non Vedente. Purtroppo, ho intrapreso questo gravoso lavoro, che mi porta via ventiquattro ore al giorno, perché per me, era un hobbies, ed io l’ho trasformato in un lavoro. Quindi sono felice e “stra-contento” e anche se lavoro tutto il giorno, non mi stanco».
La tua, che tipo di Scultura è?
«La mia è una Scultura figurativa, estremamente figurativa. Proprio per il fatto che non vedo, ogni dettaglio dev’essere estremamente dettagliato, perché al contrario delle persone che vedono, un non vedente riconosce l’insieme, partendo dal dettaglio. Quindi, ogni dettaglio dev’essere estremamente dettagliato, e toccando ogni dettaglio, e toccando tutti i vari dettagli, formo nella mia mente, un puzzle e ricostruisco l’immagine globale».
Possiamo definirla: Scultura Tattile?
«Non proprio, perché essendo estremamente dettagliata, toccandola, tu percepisci delle cose, che non vedi con gli occhi. Ad esempio, “Il Cristo rivelato”, se tu lo tocchi, vedi le cose che tocchi. Come un ginocchio, se lo tocchi, addirittura vedi il menisco. Quindi, le mie sculture, vanno assolutamente toccate, per apprezzarle a pieno. Uno Scultore che vede rappresenta cioè che vede, uno scultore che non vede, rappresenta quello che tocca.
Io sono lo Scultore più bravo, se conosci qualcuno più bravo di me? (Ovviamente scherzo)».
Pinuccio Sciola
«Pinuccio Sciola era il n°1. Per uno scultore non vedente, imparare a fare le sculture sonore, sarebbe stato straordinario. Ma purtroppo, non ho fatto in tempo a conoscerlo».
C’è un messaggio che vorresti trasmettere con la Scultura? O magari sensibilizzare le persone, con la tua scultura figurativa
«Io non voglio sensibilizzare nessuno in particolare, ma sensibilizzare quello che c’è di bello nel Mondo dell’Arte. Con la Scultura tattile, voglio sensibilizzare tutti gli Artisti a far toccare le loro Opere, perché per un non vedente, se non tocca non esiste. Facciamo toccare, tutto quello che si può toccare: il marmo, la pietra, il bronzo. Diamo la possibilità, alle persone che non vedono di capire cosa c’è di bello»
Qual’ la tua miglior Scultura?
«La mia miglior scultura è il ritratto di mio figlio, quando aveva tre mesi, abbracciato a mia moglie. Questa l’ho portata per anni in Mostra. Nessuno, mi ha mai chiesto quanto costasse. Io non riuscivo a capire il motivo, perché nessuno, volesse acquistare una scultura così bella. Ad un certo punto, un mio amico, mi fece notare che mio figlio, ad ogni Mostra, attaccava il cartello con scritto venduto. Una cosa bella è, che i miei amici più cari, stanno facendo la “colletta”, perché vogliono comprarla loro e donarla a mio figlio»
C’è una scultura, che ti sarebbe piaciuto realizzare?
«Tutto quello, che mi piace fare, lo faccio. L’ultima scultura che ho realizzato, si chiama: “La scultura del vuoto”, perché ho conosciuto uno scultore che, mentre realizzava le sue sculture, ha incominciato a parlare della forma del vuoto. Questo, mi ha fatto pensare per mesi e poi ho realizzato la scultura della forma del vuoto. Una grande chiocciola, svuotata dentro».
Daniele Cardia
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