OLBIA ( SS ) – Nel cuore degli anni ’80, un’idea carica di umanità è germogliata grazie all’incontro tra due figure di grande rilievo: il Cavalier Danilo Fossati, presidente della Star, e Monsignor Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione.
Fu nel 1989, precisamente, che l’incontro di queste due personalità ha portato alla creazione di un’iniziativa che continua a fare la differenza nella vita di migliaia di persone in Italia: la Fondazione Banco Alimentare.
Il Cavalier Fossati, imprenditore di successo, non era solo un leader nel settore alimentare. La sua visione trascendeva il profitto e abbracciava il valore della solidarietà, un principio che trova le sue radici nella sua profonda religiosità e nell’impegno sociale.
Grazie alla sua intuizione, Fossati ha compreso che le eccedenze alimentari, spesso sprecate, potevano essere un prezioso strumento per combattere la fame e l’indigenza.
Egli ha voluto trasformare la ricchezza in condivisione e dare una risposta concreta a un problema urgente. Dall’altra parte, Monsignor Luigi Giussani portava con sé l’esperienza e la visione di un movimento cristiano, Comunione e Liberazione, che cercava di rispondere all’esigenza educativa e spirituale dell’uomo contemporaneo.
Grazie alla sinergia tra Fossati e Giussani, non solo è nata la Fondazione Banco Alimentare, ma è stata anche avviata una riflessione più ampia su come la società possa supportare i propri membri più vulnerabili.
Dal 1989 ad oggi, la Fondazione Banco Alimentare ha infatti sviluppato un modello virtuoso di recupero e distribuzione delle eccedenze alimentari, creando una rete capillare di distribuzione attraverso enti caritativi e volontari.
L’iniziativa, che si è diffusa rapidamente in Italia, ha dato vita a un meccanismo che permette di ridurre lo spreco alimentare mentre si affronta l’emergenza dell’insicurezza alimentare.
Domenico Aiello, coordinatore della Gallura per la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, noto per la sua attività imprenditoriale nel campo del supporto alle imprese, ha parlato della sua visione durante una recente intervista. Ha sottolineato l’importanza di una filiera che non solo produca, ma condivida.
“Ogni azienda ha una responsabilità sociale – ha affermato – e noi dobbiamo assumerci il compito di sostenere chi è in difficoltà.
Il Banco Alimentare offre una piattaforma concreta per trasformare il surplus in risorse vitali.” Il suo approccio è quello di coinvolgere altre imprese, creando un ecosistema in cui tutti possano contribuire al bene comune, niente è più importante dell’umanità mostrata nei momenti di bisogno.
Dall’altro lato, la voce di Daniele Derosas, responsabile della GNCA per la Gallura, risuona con forza, evidenziando un altro aspetto cruciale dell’operato del Banco Alimentare: l’educazione alla solidarietà.
“La lotta contro lo spreco e la fame non può essere un’iniziativa isolata. Deve diventare parte della nostra cultura aziendale e della coscienza collettiva.” Derosas ha messo in luce come la Fondazione sia riuscita, nel tempo, a incentivare non solo la distribuzione di cibo, ma anche una sensibilizzazione profonda sul valore della condivisione e del dono.
L’impegno delle comunità galluresi si deve anche a una professoressa, Paola Tamponi, che è stata una delle figure di riferimento all’interno del Banco Alimentare nell’alta Gallura e in particolare a Calangianus.
La sua esperienza e il suo impegno sono diventati fondamentali per ampliare il raggio d’azione della Fondazione. La sua dedizione ha contribuito a far crescere la consapevolezza, stimolando la partecipazione attiva dei cittadini, delle aziende e delle istituzioni.
Oggi, l’eredità di questi pionieri vive attraverso il lavoro quotidiano di Aiello, Derosas e migliaia di volontari, che insieme continuano a combattere contro la fame e l’indigenza.
La Fondazione Banco Alimentare non è solo un ente caritativo; è un simbolo di speranza, un esempio tangibile di come la collaborazione tra privato e pubblico possa generare un impatto significativo.
La loro testimonianza si fa eco in una società che, pur attraversando momenti di sfida, si dimostra capace di un immenso amore e solidarietà verso il prossimo.
Per chi volesse aderire, a Olbia ci sono 12 punti vendita con circa 200 volontari, tra cui molti studenti delle scuole, nei quali è possibile donare: Centro Commerciale Olbia-Mare via Pavese, Centro Commerciale Terranova, Romagnolo Viale A. Moro, Lidl Viale degli Astronauti, Superpan ex. Piazza Crispi, Dettori Crai via Sangallo, MD via Roma, MD zona Aeroporto, MD Corso Vittorio Veneto, MD Viale Basa.
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