Lunedì 18 marzo
è la Giornata Nazionale in memoria delle vittime del Covid-19. Tutti noi, abbiamo perso delle persone care: un Amico o un parente stretto.
Sono passati quattro anni ormai, da quando, il Mondo Intero ha conosciuto parole: come Pandemia, Corona Virus, Triage, D.P.C.M, Caregiver o Green Pass.
Cosa ci ha lasciato la Pandemia?
Forse ad igienizzarci di più e a proteggerci da tutti i virus, soprattutto influenzali. Abbiamo capito (forse) che dobbiamo convivere con i virus, che il Covid si è indebolito (anche grazie ai vaccini) e che un domani, potrebbe tornare una Nuova Pandemia, qualunque essa sia, e che dovremo essere preparati a tutti, e ribadisco forse, l’abbiamo capito.
Il comportamento dell’Uomo è tornato uguale: cinico, bastardo e crudele. Nonostante una “Guerra Invisibile” che stava rischiando, di ridurre drasticamente la popolazione Umana. Oggi, ci sono Guerre che mietendo milioni di vittime, solo per futili vittime.
Della Pandemia, ci sono immagini che non dimenticheremo mai, come pazienti intubati o l’infermiera sfinita, addormentata sulla scrivania dopo un ennesima giornata di lavoro.
Ricorderemo anche immagini goliardiche, come gli infermieri che dopo una notte di lavoro, si rilassano ballando “Jerusalema“.
Non dimenticheremo gli animali più selvaggi, che ripopolavano le città vuote. A Cagliari, ad esempio, ci ricordiamo del Fenicottero rosa passeggiare in Viale Poetto.
Per NON DIMENTICARE tutto questo, lunedì 18 marzo è stata istituita la Giornata Nazionale in memoria delle vittime del Covid-19….
Il Ministro della Disabilità, Alessandra Locatelli, sulla sua pagina Facebook, ha voluto rilasciare una breve dichiarazione:
«Un giorno di ricordo e di commozione, un giorno in cui il mio pensiero va alle vittime, alle famiglie, a tutti noi spaesati, incerti, spaventati e angosciati. Sono stati giorni di una realtà che non avremmo voluto vivere, di un impatto sulle nostre vite e sul mondo che ci ha cambiati per sempre. Parenti, amici, persone che conoscevamo ci hanno lasciati in quei giorni, penso alle persone anziane o con disabilità, alle persone più fragili sole e isolate da tutto, senza qualcuno vicino che potesse tenergli la mano, senza qualcuno che potesse fargli una carezza. Prego per ogni persona che non ce l’ha fatta e per la sua famiglia. Prego perché mai più ci travolga così un evento inatteso e ringrazio tutti coloro che a diverso titolo non solo hanno prestato soccorso ma hanno anche recuperato ausili, strumenti, aiutato nelle piccole attività e nelle grandi azioni, supportato anche con viveri e conforto psicologico. Grazie, la pandemia ci ha colpiti molto duramente ma ci siamo rialzati. Alcuni hanno pagato il prezzo più caro e a loro penso spesso, con il cuore».
Il ricordo di questa giornata va a tutte le vittime di quei mesi, e a tutto il personale medico-infermieristico, che abbiamo chiamato Angeli….
Daniele Cardia
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