(Adnkronos) – Oggi ripartono gli incentivi per le auto elettriche in Italia. Tra rottamazione e Isee basso si potrà accedere a vari incentivi, fino a un massimo di 13.750 euro, per acquistare veicoli con un prezzo non superiore ai 35.000 euro iva esclusa. Le agevolazioni valgono anche per l’acquisto di motocicli e ciclomotori elettrici e non elettrici e di veicoli commerciali leggeri. Si tratta di un’occasione importante per il Belpaese che deve recuperare un gap evidente con gli altri Stati europei. Più che un avanzamento, le auto green in Italia sembrano andare in retromarcia. A fine aprile 2024, le auto elettriche circolanti in Italia erano 234.478. Da inizio anno, secondo i dati Motus-E, le immatricolazioni full electric in Italia sono state 16.402, -19,4% rispetto allo stesso periodo del 2023. In confronto, Paesi come Norvegia, Islanda, e Svezia sono molto avanti nell'adozione dei veicoli elettrici. La Norvegia, in particolare, è leader mondiale, con una quota di mercato per i veicoli elettrici superiore al 90% nel 2023. Anche Paesi come i Paesi Bassi e la Germania mostrano cifre notevoli, con rispettivamente il 24% e il 18% delle nuove immatricolazioni rappresentate da veicoli elettrici. Secondo i dati Acea, a gennaio di quest’anno le immatricolazioni delle vetture full electric (Bev) in Europa (Unione europea, Regno Unito e Paesi dell’Efta) hanno registrato un +29,3% raggiungendo le 120.926 unità, contro le 93.524 consegne dello stesso mese dell’anno scorso. La quota di mercato è arrivata all’11,9%. Il gap Italia-Ue, giova ricordare, si è registrato nonostante il terremoto bavarese di fine 2023 con le inevitabili ripercussioni sul mercato europeo. A dicembre, il Paese guidato da Olaf Scholz aveva cancellato con effetto immediato e senza preavviso il Umweltbonus, l’agevolazione statale per l’acquisto di auto elettriche generando il panico tra chi aveva ordinato, acquistato e pagato una macchina elettrica e aspettava solo di riceverla. Lo schema del bonus, infatti, prevedeva che le agevolazioni scattassero solo al completamento della consegna. Praticamente chi aveva ordinato l’auto entro il 17 dicembre scorso, ma non l’aveva ancora ricevuta, ha perso improvvisamente il bonus a cui pensava di avere diritto. Lo stop improvviso è stato praticamente obbligato dalla sentenza della corte di Karlsruhe che ha definito incostituzionale il trasferimento di ingenti risorse federali inizialmente stanziate per contrastare la pandemia del coronavirus a un nuovo fondo “fuori bilancio” per il contrasto ai cambiamenti climatici. Le conseguenze di quell’improvviso stop sono state notevoli: a dicembre il calo è stato del 3,8% in Europa, primo dato negativo dopo sedici mesi consecutivi positivi, mentre in Germania le immatricolazioni delle auto elettriche hanno registrato addirittura il -23%. I numeri Unrae certificano il rallentamento delle immatricolazioni di veicoli elettrici in Italia a inizio anno: solo 2.984 nuove immatricolazioni a gennaio 2024, una diminuzione del 10,8% nel confronto con il gennaio precedente, quando le vetture full electric avevano venduto 3.344 unità. Qualche ottimista potrebbe sperare in una diminuzione generale degli acquisti di auto per il passaggio a mezzi di trasporto più sostenibili come la bicicletta (di cui oggi, ironia della sorte, ricorre la giornata Mondiale) o i monopattini elettrici, ma non è così. Ancora in base ai dati Unrae di gennaio, infatti, è sceso anche il market share delle auto elettriche in Italia, che ha perso 0,5 punti rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, passando dal 2,6% al 2,1%. Se si guarda al 2023, la quota di mercato dei veicoli elettrici nel Belpaese si è addirittura dimezzata 4,2% nel 2023, 2,1% a gennaio 2024). Insomma, nel Paese europeo con il maggior numero di auto rispetto agli abitanti, il trend dei veicoli green è passato dalle basse velocità alla retromarcia. Ma perché si è verificato questo calo? Innanzitutto, la fine degli incentivi ha pesato fortemente sulle scelte dei consumatori. L’altro grande ostacolo alla diffusione dei veicoli elettrici in Italia è il numero di colonnine. Su entrambi i fronti, arrivano belle notizie: oggi ripartono le agevolazioni e negli ultimi mesi sono aumentate le colonnine presenti lungo la penisola. Stando ai dati aggiornati al 31 marzo scorso, le colonnine di ricarica sono oltre 54mila, tra quelle attiva e quelle installate ma non ancora pronte all’uso, 13mila in più rispetto a dodici mesi prima. Sulle autostrade italiane sono presenti 942 punti di ricarica, di cui è dotato il 40% delle aree di servizio. Buone notizie anche sul fronte della velocità di ricarica, altro elemento cruciale per le scelte degli automobilisti: oltre un terzo delle nuove colonnine consente una ricarica veloce o ultra-veloce. La mancanza di infrastrutture non è l’unica causa del flop dell’elettrico in Italia secondo il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani: “È mancato un sistema di incentivazione paragonabile a quello di altri Paesi europei, che permetta ai cittadini di poter acquistare l’auto elettrica al posto di quella di quella a combustione interna”. Anche qui la situazione è in leggero miglioramento: “All’attuale governo va riconosciuto che i nuovi incentivi fanno uno sforzo in più rispetto a quelli precedenti. Innanzitutto, sono strutturati in maniera più logica e sono modulati in base al reddito prevedendo un tetto massimo di spesa”, dice Ciafani che spiega: “Se tu vuoi l’auto elettrica più costosa o comunque oltre una certa soglia di valore è giusto che te la compri da solo, perché evidentemente ne hai le possibilità”. Il bonus auto elettriche che comincia oggi soddisfa a metà il presidente di Legambiente perché si continua a incentivare, seppure in misura minore, anche l’acquisto di auto ibride e a motore termico (ma con consumi contenuti entro i 135 gr/km): “Questo è un errore, una sciocchezza che impedisce di virare con decisione sulle auto elettriche che sono il futuro”, dice ancora all’Adnkronos Stefano Ciafani. Sullo sfondo, l’atavico timore che il passaggio alle auto green “consegni” il mercato italiano ed europeo alla Cina. Una paura che per Ciafani è del tutto infondata: “Le principali case automobilistiche mondiali hanno deciso di chiudere le linee produttive dei motori endotermici già dal 2030. Non perché siano ambientaliste, ma perché sanno che il mercato sta andando sulla trazione elettrica. Insomma, bisogna smetterla con tutte queste polemiche contro l'Europa e l’auto elettrica che avrà un ruolo fondamentale nell’abbassare il livello di inquinamento e rendere più vivibili le città”. —sostenibilita/mobilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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