(Adnkronos) – E’ tempo di tregua a Tripoli dopo gli scontri di venerdì sera, costati la vita a nove persone. L’intesa ha un ruolo centrale per gli osservatori che cercano di capire il grado di reazione da parte di Tripoli e dei Paesi europei che hanno importanti interessi energetici in quella regione, che è centrale anche per il controllo dei flussi migratori. Secondo quanto riferiscono i media libici l’Università di Tripoli ha chiuso, sospendendo tutti i corsi ed esami, comunque, “fino a nuovo avviso” per l’instabilità della sicurezza nel Paese. La battaglia “silenziosa”, spiega all’Adnkronos Ashraf Shah, ex consigliere dell’Alto consiglio di stato libico, “è in corso da tempo con l’obiettivo di colpire il premier del governo di unità nazionale Abdul Hamid Dbeibah”, spiega all’Adnkronos Ashraf Shah, ex consigliere dell’Alto consiglio di stato libico, aggiungendo come in questo caso abbia-avuto la meglio la fazione che sostiene il capo del governo di Tripoli. L’avanzata di Haftar nel sud-ovest sarebbe stata in effetti sarebbe una sorta di test rivolto agli europei sui giacimenti di petrolio della zona. La battaglia delle ultime ore si inserisce in una situazione di grande incertezza, osserva Karim Mezran, analista dell’Atlantic council e dell’Ispi. “Quello che mi stupisce è che all’improvviso così tanti militari dell’Esercito nazionale libico, insieme ai russi, stiano scendendo verso sud per riportare l’ordine. E’ la stessa strategia dell’aprile del 2019”. “E’ difficile dire quello che succederà nelle prossime ore come sempre accade in Libia”, sottolinea Mezran, che, rispondendo alla domanda se Dbeibah possa ancora contare su un sostegno forte di una certa parte della comunità internazionale, replica: “Diciamo che ora è più debole il fronte anti Haftar”. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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