(Adnkronos) – Il Centro Europeo per i Diritti Digitali (NOYB) ha recentemente sollevato una forte critica nei confronti di Meta, l’azienda madre di Facebook e Instagram, riguardo al suo piano di utilizzare i dati personali degli utenti per l’addestramento dell’intelligenza artificiale senza ottenere il consenso esplicito. NOYB, acronimo di “none of your business” (non sono affari tuoi), ha sollecitato le autorità europee per la privacy a intervenire con urgenza. La nuova politica di privacy di Meta, che entrerà in vigore il 26 giugno, permetterà all’azienda di utilizzare post personali, immagini private e dati di tracciamento per lo sviluppo dell’IA Questa mossa ha spinto NOYB a presentare 11 denunce in diversi paesi europei, tra cui Austria, Germania e Polonia, chiedendo un’azione immediata da parte delle autorità di protezione dei dati. Meta ha difeso le sue pratiche, citando un post sul proprio blog del 22 maggio in cui spiegava l’uso di informazioni pubblicamente disponibili e con licenza, nonché di dati condivisi pubblicamente sulle sue piattaforme, per addestrare l’IA. Un portavoce di Meta ha dichiarato: “Siamo fiduciosi che il nostro approccio sia conforme alle leggi sulla privacy e allineato con i metodi in cui altre aziende tecnologiche sviluppano e migliorano l’IA in Europa”. La compagnia ha inoltre aggiunto di essere in linea con le leggi sulla privacy esistenti e le pratiche seguite da altri giganti tecnologici come Google e OpenAI. Max Schrems, fondatore di NOYB, ha criticato la posizione di Meta, citando una sentenza del 2021 della Corte di Giustizia dell’Unione Europea che aveva respinto l’argomento del “legittimo interesse” di Meta per superare i diritti di protezione dei dati degli utenti nella pubblicità. Schrems ha sostenuto che l’approccio attuale di Meta per l’addestramento dell’IA rispecchia pratiche passate già considerate inaccettabili dalla CGUE. “Spostare la responsabilità sugli utenti è assurdo. La legge richiede a Meta di ottenere il consenso esplicito, non di fornire un modulo di opt-out nascosto”, ha dichiarato Schrems, aggiungendo che la strategia di Meta costringe gli utenti a richiedere l’esclusione dall’uso dei dati, contrariamente ai requisiti legali per ottenere un permesso esplicito. Naturalmente esiste un metodo per opporsi all’utilizzo dei propri dati personali al fine di addestrare l’IA di Meta, ma il procedimento non è dei più semplici: cercando nelle proprie email il messaggio inviato da Meta, uno per Facebook e uno per Instagram, con il titolo “Stiamo aggiornando la nostra Informativa sulla privacy mentre espandiamo l’IA di Meta”, è possibile cliccare sul link “diritto di opposizione”. Se non si trova l’email, accedere alla app o versione browser di Facebook o Instagram, andare al proprio profilo, selezionare l’icona a tre strisce e cliccare su “Impostazioni”. Da qui, selezionare “Informativa sulla privacy”, quindi cliccare sul link “diritto di opposizione”. Una volta cliccato sul link “diritto di opposizione”, seguire questi passaggi: compilare i campi obbligatori nel form che appare, indicando il proprio paese di residenza e un indirizzo email. Riceverete un codice di verifica all’indirizzo email fornito, necessario per completare la procedura. Nella sezione che richiede la motivazione, scrivere: “Intendo esercitare il diritto di opposizione al trattamento dei miei dati personali finalizzato ad addestrare la IA generativa”, e inviare. Controllare la posta elettronica per trovare il codice di verifica, e inserire il codice nella pagina dedicata per completare la procedura. Dopo aver inviato il form, si riceverà una conferma via email che l’opposizione è stata registrata. La procedura sia per Facebook che per Instagram va completata entro il 26 giugno 2024. L’opposizione non è retroattiva: i dati già raccolti e condivisi sui social di Meta potranno ancora essere utilizzati. Al momento, Meta ha dichiarato di non voler utilizzare le informazioni contenute nelle chat private di WhatsApp e Messenger per l’addestramento della sua IA. —tecnologiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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