(Adnkronos) – Il progetto dell’intervento deve valutare ogni aspetto: dalla tecnica ai mezzi da usare, alle procedure di sicurezza e ambientali Bergamo, 2 aprile 2024. L’obiettivo di raggiungere quota zero consumo di suolo entro il 2050, fissato da Regione Lombardia e sempre più diffuso nel resto del Paese, detta le regole per la realizzazione di nuovi edifici, sia civili che industriali. Lo strumento chiave è la demolizione, che consente di riutilizzare le metrature già coperte. Il processo, tuttavia, è da concepire in modo profondamente innovativo per massimizzarne gli effetti e avere un impatto minore possibile sull’ambiente circostante. “Non bisogna distruggere, ma demolire e decostruire con criterio – spiega Sandy Camozzini, procuratrice aziendale di Monaci Demolizioni Speciali, società che da anni opera nel settore – Per procedere a una demolizione ecosostenibile è fondamentale selezionare e separare i singoli materiali prima della demolizione totale, in modo che possano essere avviati a riciclo o smaltiti in maniera corretta”. Lo si fa, per esempio, attraverso lo strip out, che prevede una rigorosa classificazione dei materiali già durante la fase iniziale della demolizione, in modo che la separazione a terra coinvolga solo poche componenti. I vantaggi? Si ottimizza l'efficienza operativa e si riduce il rischio di inquinamento ambientale derivante dalla dispersione incontrollata di rifiuti. In questo senso, un altro aspetto da valutare già in fase di progettazione della demolizione è la possibilità di eseguire una campagna di frantumazione delle macerie, che può consentire di avere una gestione sostenibile dei materiali. Centrale, in ogni caso, è il concetto di coefficiente di recupero dei materiali di riciclo: più sarà alto, più i vantaggi per l’ambiente saranno elevati. La demolizione ha sempre un impatto sul territorio circostante: che ci si trovi in un contesto urbano, industriale o rurale è necessario adottare tutti gli accorgimenti del caso per ridurre al minimo i disagi. Qualche esempio? “In cantiere bisogna utilizzare mezzi per la nebulizzazione delle polveri, sistemi per monitorare le vibrazioni e i rumori – aggiunge Camozzini – È importante affidarsi ad imprese capaci di offrire soluzioni all’avanguardia dal punto di vista tecnologico e sostenibili per l’ambiente”. Del resto una soluzione adatta per tutte le situazioni non esiste, dal momento che le variabili da tenere in considerazione sono moltissime: dalle caratteristiche ambientali alla tipologia dei manufatti da rimuovere, dalla dimensione dei progetti agli attori coinvolti. “Ogni cantiere è diverso dall’altro, per questo – aggiunge Corinna Cereda, Project Manager di Monaci Demolizioni Speciali – è fondamentale procedere sulla base di un progetto di demolizione dettagliato, che individui la migliore tecnica da applicare in funzione delle finalità da raggiungere e degli obiettivi ambientali e di sicurezza da rispettare, considerando ogni aspetto e attività da svolgere. Ed è altrettanto importante considerare tutte quelle azioni che potrebbero rendersi necessarie per affrontare le criticità che dovessero emergere in corso d’opera, per gestire le quali risulta determinante poter contare su una struttura di project management esperta”. Tra gli aspetti a cui riservare la massima attenzione in un cantiere di demolizione c’è la sicurezza, tanto dei lavoratori quanto delle persone che abitano il contesto in cui si interviene. “Troppo spesso le regole in materia vengono applicate solo sulla carta, è fondamentale per i committenti affidarsi ad imprese che le rispettino e le applichino nel contesto in cui operano – sottolinea Beatrice Consiglio, addetto al servizio di prevenzione e protezione della Monaci Demolizioni Speciali – Prima dell’avvio delle operazioni bisogna effettuare una valutazione dettagliata dei rischi, per identificare potenziali criticità come la presenza di materiali pericolosi, strutture instabili o rischi ambientali. Garantire la sicurezza in un cantiere richiede un approccio olistico e la collaborazione di tutti i soggetti coinvolti”.
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