(Adnkronos) – "Il 112 non deve affatto sostituire i numeri di emergenza nazionali, ma affiancarsi ad essi. Il 'doppio passaggio' delle richieste di soccorso tra Centrali operative fa perdere tempo e questa perdita di tempo, nelle situazioni di maggiore criticità, può costare vite umane". Come è accaduto ai 3 giovani travolti dal fiume Natisone. "Questa ennesima tragedia deve far riflettere il Governo sulla necessità, urgentissima, di rivedere il modello attuativo del 112 in Italia, eliminando il doppio passaggio tra Centrali operative e consentendo, come peraltro chiaramente previsto dalla vigente legislazione europea, l’accesso diretto del cittadino che rischia in prima persona di morire da un istante all’altro, come nel caso di Patrizia, al sistema dei soccorsi competente, unica garanzia istituzionale di risposta immediata, di elevata qualità prestazionale e potenzialmente salvavita". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute Mario Balzanelli, presidente della Sis118, dopo la tragedia accaduta in Veneto. "Patrizia, prima di morire, ha chiesto aiuto, nell’arco di 30 minuti, quattro volte al 112, per poi essere travolta dalle acque, insieme con i suoi due amici. Per quanto l’analisi delle varie dinamiche intercorse in quei 30 minuti spettino esclusivamente alle autorità preposte – afferma Balzanelli, non entrando nel merito delle indagini sui soccorsi – l’esito finale di questa tragedia evidenzia, nel suo complesso, una oggettiva risposta inefficace, che pone a considerare, nello specifico, l’ipotesi di un crollo funzionale del sistema dei soccorsi". Per il medico dell'emergenza, "aldilà degli elementi specifici di questa disgrazia, si impone una riflessione più ampia, a livello istituzionale alto, sulla possibilità di garantire che i cittadini, qualora si trovino in qualunque modalità di pericolo, imminente ed evidente, di vita, possano beneficiare dell’accesso diretto alla Centrale operativa competente nel momento in cui richiedono il soccorso". "Dal 2018 – ricorda Balzanelli – la Società italiana sistema 118 sostiene ininterrottamente, avvalendosi di numerosi e chiari riferimenti normativi e valutazioni tecniche su base esperienziale diretta, che il modello organizzativo con cui si è istituito in Italia il numero europeo dell’emergenza è, senza mezzi termini, fallimentare – denuncia – perché allunga di almeno un minuto e 30 secondi i tempi di risposta complessiva all’evento. Trattandosi spesso di momenti devastanti, in cui la vita di qualcuno rischia di perdersi da un attimo all’altro, è inaccettabile allungare l’intervallo temporale tra la richiesta di soccorso di chi si trova in imminente pericolo di morte e l’arrivo sul posto di chi quel soccorso è istituzionalmente preposto ad effettuarlo in contesto operativo tempo dipendente, quindi potenzialmente utile e in grado di fare la differenza anche nell’arco di minuti". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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