OLBIA – Un grido contro la violenza, un invito a riflettere, una speranza per il cambiamento: queste sono state le emozioni che hanno travolto il pubblico ieri, 22 novembre, al Cinema Teatro Olbia, dove è andata in scena la rappresentazione teatrale Amargura (Amarezza). L’evento, organizzato dall’Associazione Prospettiva Donna con il sostegno della Regione Sardegna e il patrocinio del Comune di Olbia, si è inserito nel calendario delle iniziative dedicate alla Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, che ricorre il 25 novembre.
Lo spettacolo, scritto e diretto da Giada Degortes della compagnia Teatro Nyx, si ispira liberamente alla tragica vicenda di una govane vittima di femminicidio, e si sviluppa in un’atmosfera noir nel paese immaginario di Illocu. Il ritrovamento del corpo di una giovane in fondo a un pozzo diventa il simbolo del dolore e del silenzio di una comunità scossa. Sul palco, nove attori e due musicisti hanno guidato gli spettatori in un viaggio intenso, culminato in una standing ovation da parte di una sala gremita.
Un appello alla responsabilità di tutti
Patrizia Desole, presidente di Prospettiva Donna, ha sottolineato l’urgenza di agire contro la violenza di genere. “In Gallura, come in molte altre realtà, il fenomeno continua a manifestarsi con dolorosa intensità,” ha dichiarato. “Noi di Prospettiva Donna siamo impegnate ogni giorno per accogliere e sostenere le donne che trovano il coraggio di chiedere aiuto. Nei nostri centri antiviolenza e nelle case rifugio, lavoriamo per offrire non solo protezione ma anche la possibilità di ricostruire un futuro libero dalla violenza.”
Ma l’impegno dell’associazione non si ferma all’aiuto concreto. “Crediamo fermamente che solo attraverso un cambiamento culturale profondo, alimentato da costanti azioni di sensibilizzazione e coinvolgendo in particolare le giovani generazioni, si possa spezzare il ciclo della violenza,” ha aggiunto Desole.
Lo spettacolo Amargura rappresenta un esempio lampante di come il teatro possa diventare uno strumento potente per veicolare messaggi sociali. “Con questa pièce abbiamo voluto scuotere le coscienze, obbligandoci a riflettere su cosa significhi la responsabilità collettiva. È un bell’esempio di teatro sociale e femminista, capace di affrontare ciò che la società non deve più tacere,” ha spiegato Desole, rivolgendo un appello alla comunità: “Finché una sola donna vivrà nel terrore, la nostra azione non avrà tregua. La nostra voce risuonerà più forte, fino a quando il silenzio della paura e dell’omertà sarà spezzato, e ogni donna potrà finalmente essere libera.”
Il teatro come specchio della società
Giada Degortes, autrice e regista di Amargura, ha voluto portare sul palco non solo la storia di una tragedia personale, ma anche i silenzi e l’omertà che spesso circondano i casi di violenza di genere. “Non raccontiamo solo una storia,” ha dichiarato Degortes. “Interroghiamo il pubblico, costringendolo a confrontarsi con le proprie responsabilità e con quelle della collettività.”
L’interpretazione di Dalila Peduzzi, nel ruolo della vittima Marina, e di Martina Tore, che ha guidato il pubblico attraverso il racconto nei panni dell’amica narratrice, ha emozionato profondamente gli spettatori. Le performance, accompagnate dai musicisti PierPaolo Vacca e Paolo Corda, hanno dato vita a un’atmosfera carica di tensione emotiva.
Un impegno continuo per il cambiamento
L’evento si inserisce in un mese di iniziative organizzate da Prospettiva Donna in tutta la Gallura, con l’obiettivo di sensibilizzare le nuove generazioni e la comunità sul tema della violenza di genere. Dal 20 al 26 novembre, studentesse e studenti di Olbia, Tempio, Luras e La Maddalena parteciperanno a momenti di riflessione e attività educative.
“Ogni anno rinnoviamo il nostro impegno per creare consapevolezza,” ha ribadito Desole. “Non si tratta solo di proteggere chi è vittima, ma di prevenire che altre donne debbano vivere nel terrore. Questo richiede un lavoro collettivo, fatto di educazione, cultura e attenzione quotidiana.”
La rappresentazione di Amargura ha dimostrato come il teatro possa essere un veicolo potente per scuotere le coscienze, offrendo al pubblico un’esperienza che è stata definita da molti “un pugno nello stomaco, ma necessario.” Commenti entusiasti hanno invaso i social, confermando il successo dell’iniziativa.
Patrizia Desole ha concluso con un messaggio di speranza: “Possiamo e dobbiamo fare la differenza. Solo insieme possiamo costruire una società libera dalla violenza, in cui nessuna donna debba mai più vivere nella paura.”
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