(Adnkronos) – In un breve post sui social media nelle ore successive all’approvazione della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che chiede un aumento dei flussi di aiuti umanitari a Gaza, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha affermato che l’esercito israeliano rappresenta l’ostacolo al raggiungimento di tale richiesta. Secondo Guterres, infatti, il modo in cui Israele sta conducendo la guerra a Gaza ha creato “enormi ostacoli” alla consegna di aiuti umanitari nel territorio devastato dove le persone stanno affrontando una carestia. “Un’operazione di aiuto efficace a Gaza richiede sicurezza; personale in grado di lavorare in sicurezza; capacità logistica; e la ripresa dell’attività commerciale”, ha affermato. In un post precedente, Guterres ha osservato che 136 membri del personale delle Nazioni Unite sono stati uccisi a Gaza in soli 75 giorni, “qualcosa che non abbiamo mai visto nella storia delle Nazioni Unite”. “Nulla può giustificare gli orribili attacchi terroristici lanciati da Hamas il 7 ottobre o il brutale rapimento di circa 250 ostaggi”, ha scritto ancora su X il segretario generale delle Nazioni Unite, chiedendo che “tutti gli ostaggi rimanenti vengano rilasciati immediatamente e incondizionatamente”. Dopo giorni di negoziati, un veto posto dagli Stati Uniti e il timore di un secondo stop il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha quindi approvato una risoluzione che chiede maggiori aiuti per la popolazione della Striscia di Gaza. Di fatto però non chiede un cessate il fuoco immediato. Il testo è passato con il voto favorevole di 13 Paesi membri, mentre gli Stati Uniti e la Russia si sono astenuti. E se Israele ringrazia gli Usa per aver mostrato il suo sostegno, per Hamas la risoluzione votata dal Consiglio di Sicurezza ”non è una misura sufficiente”. Il capo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus, pur accogliendo con favore la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ha affermato che un “cessate il fuoco immediato” è il “requisito più urgente”. “Il bilancio devastante della guerra finora non può essere ignorato, inclusa la perdita di oltre 20.000 vite umane, soprattutto donne e bambini, e oltre 53.000 feriti”, ha scritto su X. “Incombe in maniera enorme la minaccia della fame, della carestia e della diffusione delle malattie”. Le forze israeliane stanno cercando di avanzare nella città di Jabalia da ovest e da est e hanno interrotto tutte le linee di comunicazione nella regione. Lo scrive al Jazeera, aggiungendo che ci sono stati pesanti bombardamenti israeliani sulla zona di al-Jarn dell’insediamento. L’aeronautica israeliana sta effettuando attacchi nell’area di Kafr Kila, nel Libano meridionale, nel contesto dei combattimenti in corso lungo il confine. Non ci sono ancora conferme immediate da parte dei militari. Lo scrive il Times of Israel. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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