(Adnkronos) – “La questione della leadership femminile è più attuale che mai. Le ricerche dimostrano che le leader donne hanno un impatto in grado di generare cambiamenti positivi sulle persone e sugli ambienti circostanti grazie a un approccio trasformazionale. Quanto alle tipologie di leadership al femminile, ne esistono tante quante sono le donne”. A dirlo all’Adnkronos/Labitalia l’imprenditrice Claudia Barberis, esperta di personal branding per imprenditori, docente della materia presso l’Università Cattolica di Milano e speaker TEDx. “Anche in contesti a predominanza maschile – spiega Barberis – le donne leader possono adottare un approccio unico partendo dai propri valori e credenze personali, selezionando squadre eterogenee, competenti e umanamente adatte a raggiungere gli obiettivi. Tuttavia, spesso le donne affrontano problemi oggettivi come il gender pay gap, penalizzazioni contrattuali e il doversi fare carico quasi interamente della gestione familiare e di cura oltre alla carriera, ma anche bias e pregiudizi che fanno sì che per essere considerati adatti per una posizione apicale in un uomo si consideri il potenziale mentre per una donna sia necessario avere già una track record analoga che ne ‘provi’ l’adeguatezza”. “Gran parte dei problemi esposti nelle aziende e in politica – commenta – evidenziano come per far crescere l’economia sia necessario un reale coinvolgimento delle donne nel mondo del lavoro, eppure si fa davvero poco a riguardo. Dati e ricerche suggeriscono la scarsa voce in capitolo di enormi porzioni della popolazione come quella femminile e altre minoranze, la cui inclusione dovrebbe essere incoraggiata dai leader”. I dati del World Economic Forum attestano la presenza di donne in posizioni di leadership a livello globale al 36,9%, sottolineando progressi rispetto al passato ma indicando anche la lunga strada da intraprendere per una piena parità. In Italia la situazione è ancora più critica, con solo il 29% dei ruoli di potere occupate da donne. “Un errore da non commettere – prosegue l’esperta – è agire strettamente per omologazione o per contrasto conformandosi a modelli e stereotipi maschili o femminili estremizzati ed esasperati. Promuovere l’empowerment femminile è essenziale e le tipologie di leadership possono e devono variare. Oggi vediamo prevalentemente o quella tradizionale e autoritaria basata su obiettivi molto verticali oppure il suo opposto, la leadership gentile, che toglie però il focus da una parte essenziale del comando: prendere decisioni scomode, in poco tempo e che devono essere eseguite”. “L’evoluzione ideale – auspica Claudia Barberis – si può realizzare nella leadership autorevole, in cui la leader ottiene rispetto e seguito grazie al suo mix unico di competenze, intelligenza emotiva ed etica, consentendole di prendere decisioni difficili e controintuitive che vengono portate avanti dalla squadra perché si rispecchiano in una causa comune. Inserire valori, caratteristiche personali e punti di forza è fondamentale, e il personal branding diventa un punto focale per comunicare sé stesse e la propria storia, lavorando sulla percezione e prendendosi lo spazio necessario per definirsi alle proprie condizioni e far sentire la propria voce, per avvicinare persone che abbiano la stessa visione del mondo”. —lavoro/datiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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