(Adnkronos) – Va allo scrittore Diego Marani la 5/a edizione del Premio Letterario Friuli Venezia Giulia ‘Il racconto dei luoghi e del tempo’, istituito dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia con Fondazione Pordenonelegge.it. Lo ha annunciato a Trieste, oggi, la Giuria del Premio, guidata dal presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, composta anche dal vicepresidente e assessore regionale alla Cultura e allo Sport, Mario Anzil, e dal direttore artistico di Pordenonelegge, Gian Mario Villalta, con i curatori Alberto Garlini e Valentina Gasparet. “Diego Marani – spiegano le motivazioni – ha dimostrato nella sua opera una particolare sensibilità per il tema della lingua nella realtà culturale e politica delle trasformazioni avvenute in Europa nel nuovo secolo. La lingua è un potente fattore di coesione e di continuità tra le generazioni, ma può essere altrettanto fortemente divisiva e portare a contrapposizioni che vanno al di là delle buone ragioni della convivenza. Insieme alla proposta di una lingua libera e personale, che potrebbe innervarsi in tutte le lingue europee (l’Europanto), Marani ha saputo anche sviluppare una riflessione sulla necessità di salvaguardare le tradizioni culturali e la loro storia”. Le precedenti edizioni del Premio Letterario Friuli Venezia Giulia Il racconto dei luoghi e del tempo erano state conferite allo storico e saggista Valerio Massimo Manfredi, quindi agli scrittori Melania Mazzucco, Marco Balzano. e Mariolina Venezia. Diego Marani riceverà il Premio Letterario Friuli Venezia Giulia ‘Il racconto dei luoghi e del tempo’ in occasione della 25/a edizione di Pordenonelegge festa del libro e della libertà, domenica 22 settembre alle ore 15, nell’Auditorium della Regione a Pordenone. Nell’occasione lo scrittore presenterà il racconto inedito “La lingua virale”, composto quale vincitore del Premio, in uscita il prossimo autunno per le edizioni Italo Svevo. Ambientato a cavallo dei due confini, fra Italia e Slovenia, “La lingua virale” è un’opera strettamente collegata allo spirito della capitale europea della Cultura GO! 2025 che dal prossimo 8 febbraio unirà con afflato transfrontaliero le città di Gorizia e Nova Gorica. Al centro del racconto lungo un virus, l’Europanto, lingua libera e transnazionale, alla quale si oppongono i difensori della lingua nazionale che vorrebbero sorvegliare strettamente i confini per arginarla. La lingua virale, proprio come un’opera letteraria, contribuisce a individuare e rendere evidenti i paradossi insiti in ogni rigida posizione ideologica. “La lingua virale”, ha spiegato l’autore Diego Marani, è “un romanzetto satirico che mette in scena qualcosa che abbiamo intorno a noi, anche se talvolta facciamo finta di non vederlo: è la frontiera, quindi un luogo fisico, qualcosa che esiste anche se per molti è solo una riga per terra. La frontiera è invece un luogo che ci interpella e ci chiede cosa sta di là e cosa c’è di qua. Nel racconto da un lato prendo in giro la frontiera, dall’altra la rivaluto, perché ne vedo la necessità e l’importanza: non certo per dividere, ma per dire che non siamo tutti uguali e questa è una fortuna. L’importante è sapersi parlare attraverso le frontiere, non usarle per chiudersi ma considerarle una opportunità per andare incontro all’altro. Quando siamo certi di quel che siamo, quando siamo solidi nelle nostre radici e nella consapevolezza delle nostre origini, allora siamo anche più aperti all’altro, non abbiamo paura di essere annientati dall’incontro con l’altro, gli andiamo incontro con curiosità e con desiderio di imparare dall’incontro con l’altro”. “Conoscevamo l’orientamento culturale e l’inventiva di Diego Marani – ha sottolineato il direttore artistico di Pordenonelegge, Gian Mario Villalta – ma l’autore ha saputo stupirci con un racconto lungo che lega insieme tratti di chiara comicità allo sfondo serio, quasi da ‘operetta morale’, sul quale le necessità e le contraddizioni del presente mostrano l’irrinunciabile comune umanità come qualcosa che non si può abbandonare o perdere. Di fronte allo spostamento di nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, che si profila all’orizzonte, la lingua rimane quanto è più proprio dell’individuo e di ogni forma di comunità, il più certo riferimento per un agire etico che non sia deprivato di quegli aspetti affettivi, emotivi e creativi che caratterizzano l’essere umano”. “Ancora una volta si dimostra, attraverso questo riconoscimento, che la cultura promuove visioni del territorio capaci di potenziarne le specificità storiche, artistiche e identitarie. In una parola, di valorizzarlo per le sue peculiarità e di fondare risorse di sviluppo umano, sociale, economico. Il Premio Letterario Friuli Venezia Giulia: ha raccolto e condiviso gli obiettivi individuati dalla Regione Friuli Venezia Giulia e quest’anno, grazie al suo vincitore Diego Marani – ha detto il presidente di Fondazione Pordenonelegge.it, Michelangelo Agrusti – propone una suggestiva immersione nel microcosmo della lingua come elemento identitario ma anche come ponte potenziale di conoscenza e incontro con l’”altro”: caratteristica che è da sempre propria del Friuli Venezia Giulia, regione cerniera del continente e tessuto connettivo della vecchia e nuova Europa”. “Il Premio Letterario Friuli Venezia Giulia, giunto alla sua quinta edizione, – ha affermato il vicepresidente e assessore regionale alla Cultura e allo Sport, Mario Anzil – conferma ancora una volta la sua capacità di esplorare e valorizzare le peculiarità culturali e storiche della nostra regione. Diego Marani, con il suo elaborato, offre una riflessione profonda sulla lingua come elemento di identità e di connessione tra i popoli, in linea con lo spirito transfrontaliero che ci caratterizza. Questo riconoscimento non solo celebra l’eccellenza letteraria, ma anche la nostra vocazione a promuovere una cultura polifonica per una regione policentrica”. Diego Marani è nato a Ferrara nel 1959. Interprete di formazione, è stato al servizio dell’Unione Europea, dove ha ricoperto diversi incarichi, da ultimo quale coordinatore della diplomazia culturale europea presso il Servizio europeo di azione esterna. È stato inoltre Direttore dell’Istituto italiano di cultura di Parigi. I suoi romanzi sono tradotti in più di 15 lingue. Con Nuova grammatica finlandese (2000) ha vinto il Premio Grinzane Cavour e con L’ultimo dei Vostiachi (2002) il Premio Selezione Campiello. Ha pubblicato inoltre Il compagno di scuola (Premio Cavallini 2005), Vita di Nullo (Finalista al Premio Stresa 2017) e La città celeste (2021). Il suo ultimo romanzo, L’uomo che voleva essere una minoranza è uscito nel 2022. È l’inventore della lingua-gioco Europanto, in cui ha tenuto per anni una rubrica in diversi giornali europei, collabora con Il Sole 24 Ore e tiene un blog sul sito di informazione europea eunews.it —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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