Ama, Roma: scoppia il caso Migliardi. Opposizioni e sindacati in rivolta

Roma, scoppia il caso Migliardi in Ama. Il Direttore del personale, nominato a peso d'oro (225 mila euro di compenso) ora è sull'uscio della porta. Ma non era già in pensione?

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FOTO IPA_AGENCY

ROMA – In via Calderon de la Barca e in tutto il Campidoglio a Roma è scoppiato un vero e proprio caos, un caso legato alla figura di Antonio Migliardi, nominato nel mese di ottobre del 2022 dal Presidente di Ama, la municipalizzata capitolina che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti sul territorio della Capitale, Daniele Pace.

Il Direttore del personale in questione è ora in uscita, a fine febbraio; non ci sarebbe nulla di strano in tutto questo solo per un piccolo particolare: Migliardi, 66 anni, è stato incaricato senza né un bando di gara né una procedura di interpello interna, come prevederebbe la normativa.

Migliardi è stato infatti distaccato da Invitalia, partecipata del ministero dell’Economia, tramite un protocollo d’intesa siglato dalle due società pubbliche.

Il trasferimento è però avvenuto quando lo stesso era collaboratore della partecipata, in pensione anticipata da agosto 2021: il tutto con un compenso record di 225mila euro, più alto di quello del Direttore Generale e vicino al tetto massimo previsto dalla legge di 250mila.

Il tutto ha fatto scattare anche un esposto alla Corte dei Conti e alla Procura di riferimento, con le opposizioni in Campidoglio e i sindacati sugli scudi.

“E’ notizia di queste ore che il capo del personale di Ama, Antonio Migliardi, lascerà l’azienda comunale per la gestione dei rifiuti dopo le polemiche emerse circa la legittimità del suo incarico dal momento che il dirigente è in pensione. Ora, una domanda sorge spontanea: abbiamo ancora la capacità di indignarci e dire basta a questo modo di gestire la cosa pubblica? Stiamo parlando di un’assunzione – che a norma di regolamenti non è neanche tale – che risale a ottobre 2022, fatta a seguito di un accordo tra AMA e Invitalia non solo senza rispettare bandi e procedure trasparenti, ma tramite una semplice telefonata ad amici: il tutto per chiamare una persona che era in pensione già da un anno.

Di gratuità nemmeno a parlarne ovviamente, perché i compensi per questo collaboratore sono stati moltiplicati. Quando inizieremo a capire che i soldi pubblici sono il frutto delle nostre tasse? La richiesta di trasparenza e di procedure corrette – non ci stancheremo mai di ribadirlo – rispetta, oltre alla legge, la fatica fatta dai cittadini con il duro lavoro e per ottemperare ai propri doveri. Chiediamo quindi le dimissioni del presidente del CdA di Ama Daniele Pace, perché il caso di Migliardi è solo la punta dell’iceberg di una mala gestio che da tempo ha investito la partecipata capitolina e tutto il suo apparato”.

Così in una nota congiunta i gruppi consiliari capitolini del Movimento Cinque Stelle e della Lista Civica Raggi.

di Dario Caputo

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Informazioni su Dario Caputo 24 Articoli
Sono un giornalista pubblicista: amo la comunicazione, i media e tutto quello che ruota intorno a questo mondo. Amo ancora l'odore e il profumo della carta stampata; scrivo da quando avevo meno di 18 anni e ancora oggi, con grande emozione, ricordo e rivivo il mio primo articolo, ricordando anche il titolo e l'argomento

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