Quello che è avvenuto in Basilicata, alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale e con l’elezione nel nuovo Governatore lucano, era un dato già scritto, sotto l’occhio di tutti, con i giornalisti e con alcuni esperti di politica che davano il tutto già con un “finale conclamato” da giorni o settimane.
Tutta la querelle e “le comiche”, come le hanno definite in molti tra esperti politici e cittadini lucani, nel cosiddetto campo largo per la scelta e la ricerca del candidato Presidente avevano portato, da tempo, a tutto ciò: la vittoria sicura e tranquilla del centro destra con il Governatore uscente, il riconfermato Vito Bardi, che non ha avuto, in molti casi, neanche la necessità di fare una campagna elettorale per discutere di temi; l’avevano già fatta, per lui e al contrario, nel campo avverso.
Nessuno può dimenticare e mettere da parte tutto quello che è successo nel cosiddetto campo largo durante la scelta del candidato Presidente: la figura, forte, andata avanti per giorni e settimane di Angelo Chiorazzo come leader di quella coalizione, poi messo da parte per tanti veti interni a partire dai Cinque Stelle che si sono messi di traverso a quel nome, fino al candidato Domenico Lacerenza che è durato come il film di Antonio Albanese, “Come un gatto in tangenziale”, pochissimo tempo e poi è stato lui stesso a farsi da parte per le troppe diatribe interne e tutti i veti, le continue divisioni.
Poi, dopo qualche attimo o giorno in cui si rifaceva avanti il nome di Chiorazzo, ecco spuntare il nome di quella figura che poi è stato scelto come candidato: Piero Marrese, uomo della politica e del territorio materano che doveva rimettere in fila tutti e ripartire per la scalata verso il milione, per dirla alla Gerry Scotti maniera.
Ma così, purtroppo per quella coalizione, non è stato e la partita è andata tutta come da pronostico. Il candidato del centrodestra Bardi è stato confermato Governatore con il 56,63% dei voti, con Marrese e il centrosinistra che hanno ottenuto il 42,16% dei consensi; al terzo candidato, Eustachio Follia, è andato l’1,21%.
La cosa che rende ancora più amara la sconfitta per il centro sinistra lucano e nazionale, soprattutto per il lato più sinistro della coalizione, è che, una Regione sempre e storicamente espressione della sinistra, ha ora in Fratelli d’Italia il primo partito, quello più votato dai cittadini lucani con un ampio 17,39%; segue il Partito Democratico, ben distaccato dai meloniani, col 13,87%.
Nella coalizione di centrodestra Forza Italia ottiene il 13,01% dei voti, mentre la Lega si ferma al 7,81% dei voti seguita da Azione con il 7,51%. Nel centrosinistra abbiamo il Movimento 5 Stelle che ottiene invece il 7,66%, dietro a Basilicata Casa Comune con l’11,18%.
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