Da una parte un campionato da sogno, dall’altra l’incubo della retrocessione. Bologna e Salernitana stanno affrontando un campionato con due risvolti completamente opposti. La squadra allenata da Thiago Motta sta inseguendo il sogno della Champions League inanellando una serie di risultati incredibili, spinta fino al quarto posto momentaneo in classifica dalle prestazioni di una squadra focalizzata alla perfezione sull’obiettivo. I campani allenati da Stefano Colantuono hanno un piede e mezzo in Serie B, triste conclusione di una stagione che ha visto passare ben quattro allenatori e sole due vittorie in tutto il campionato. All’inizio della stagione la Salernitana però sapeva benissimo di essere tra le squadre candidate a lottare per la permanenza in Serie A, così come confermavano i siti delle scommesse sportive in tempo reale o scommesse pre-match ,ma sicuramente non si poteva immaginare che la situazione diventasse così drammatica già a metà campionato, senza possibilità di grandi chance di recuperare a poche settimane dal termine della stagione.
Il Bologna
L’exploit del Bologna ha colpito tutti gli appassionati di calcio grazie a un calcio sbarazzino e propositivo, senza grandi punti di riferimento ma collocando al centro della tattica ogni singolo aspetto delle fasi di gioco. L’addio di Arnautovic in estate, passato all’Inter, sembrava poter essere un duro colpo da digerire per gli emiliani. E invece forse questo è stato solo un bene perché l’assenza di una stella da dover far giocare a tutti i costi e diventarne quasi dipendenti ha dato la possibilità a Thiago Motta di liberarsi da alcune catene tattiche e far esprimere al meglio tutti i migliori interpreti, da Joshua Zirkzee a Lewis Ferguson, da Riccardo Orsolini a Giovanni Fabbian. E così in 32 partite giocate fino a questo momento il Bologna ha messo insieme 16 vittorie, 11 pareggi e sole 5 sconfitte, con 45 gol fatti e 25 subiti. La squadra gioca di base con un 4-2-3-1 orientato al pressing e all’attacco, giocando in maniera corale con movimenti, sia in fase offensiva che difensiva, rodati, studiati e ben sincronizzati. Il pressing immediato sul portatore di palla avversario è elemento essenziale del gioco emiliano che, una volta recuperata palla, cerca di far scoprire l’avversario attirandolo verso i difensori. Fatto questo l’azione si sposta velocemente in attacco verticalizzando l’azione e sfruttando la mobilità e la qualità di esterni ed attaccanti. Idee semplici, chiare e moderne che stanno rendendo la stagione degli emiliani da ricordare.
La Salernitana
Dall’altra parte, invece, la Salernitana vive di una serie di problematiche fin dall’inizio. E con i multipli esoneri in panchina che hanno creato tanta confusione ai calciatori granata. Non ultimo il cambio di guardia tra Fabio Liverani e Stefano Colantuono il 18 marzo. Ma i problemi partono dalla difesa, orfana di una guida e affidata a giocatori più verso l’inverno della propria carriera che nella fase migliore. Una difesa lenta, disattenta che 68 reti in 32 partite con una media di più di due gol a partita. A centrocampo Lassana Coulibaly, Giulio Maggiore e Emil Bohinen dovevano essere il fulcro del gioco ma per gran parte della confusione non sono riusciti né a fare filtro né a impostare come serviva, senza essere in grado di alternarsi nei compiti di interdizione e impostazione. E poi c’è l’attacco con il caso Dia scoppiato in estate, prima pronto ad essere ceduto, poi tenuto in rosa ma escluso per questioni disciplinari e infine falcidiato dagli infortuni. Senza una punta in grado di segnare la Salernitana ha perso tanto tempo senza mai avere una vera alternativa credibile. Insomma tutto è andato male nella squadra campana, sia da un punto di vista della composizione della squadra che anche nelle scelte in panchina, passati da Paulo Sousa a Pippo Inzaghi e poi, come detto, a Liverani e Colantuono. Purtroppo per i campani adesso c’è ben poco da fare, giunti in fondo alla stagione. Troppa la distanza con le dirette concorrenti, distante la penultima Sassuolo ben 11 punti. I tifosi adesso vogliono solo che finisca presto la stagione per poi riprogrammare con senso e in tempi ragionevoli il prossimo campionato e provare a tornare il più presto possibile nella massima Serie, la categoria più ambita da calciatori, allenatori e ovviamente da tutto il popolo granata.
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