Crisi climatica: come si riducono le emissioni su scala globale?

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inquinamento ambientale
Foto prime Stock

La crisi climatica procede spedita intaccando ogni settore della nostra vita. Le emissioni su scala globale stanno provocando l’innalzamento esponenziale delle temperature, con conseguenze che non riusciamo pienamente a immaginare. Come riportato dall’infografica dell’Università Cusano su crisi climatica e stabilità alimentare entro il 2030 la temperatura media globale salirà da 1,5° a 3° e ci aspettano scenari apocalittici. A pagare le conseguenze di una scellerata sovrapproduzione e soprattutto di un consumo esagerato di risorse saranno le minoranze, i paesi poveri e quelli in via di sviluppo. Basti pensare che il Qatar nel 2023 ha raggiunto l’Over Shoot Day il 10 febbraio. Gli accordi per rallentare il riscaldamento e ridurre gli sprechi sono molteplici e diverse nazioni hanno dimostrato che la rotta si può invertire. Manca tuttavia un impegno condiviso e alla pari, la sola modalità che consentirebbe la sopravvivenza del genere umano. Vediamo come si riducono le emissioni su scala globale e quali sono le soluzioni più efficaci per fermare il declino.

Le conseguenze della crisi climatica

Le conseguenze del surriscaldamento globale, che dal 1880 ad oggi ha visto un aumento di 1,1 grado celsius di media, coinvolgono persone e risorse e si ripercuotono sulla nostra quotidianità, aumentando i conflitti.
Secondo l’ultimo rapporto UNESCO sulle risorse idriche, 2.2 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile e quasi la metà della popolazione globale non ha accesso ai servizi igienici. Queste mancanze provocano guerre e mettono a rischio la sicurezza alimentare delle popolazioni coinvolte.
Secondo il rapporto sul clima di Legambiente nel 2023 gli eventi meteorologici estremi in Italia sono stati 378 con un aumento del 22% rispetto all’anno precedente. Questo ha conseguenze sul costo della vita, perché aumentano le spese per adattare i territori e per tutelare le zone colpite. Le emergenze, i cambiamenti dei territori e la mancanza di risorse generano un aumento dei costi su prodotti di prima necessità, energia e una generale crescita del costo della vita. Non  meno importanti sono le conseguenze sulla salute. L’inquinamento atmosferico aumenta le morti per ondate di calore, l’incidenza di malattie respiratorie e cardiache e il rischio di diffusione di malattie infettive, come la malaria e la dengue.
Non dimentichiamo infine che le microplastiche hanno invaso i mari e ne è stata confermata la presenza nella placenta da recenti studi, con una concentrazione che va da 6,5 a 790 microgrammi per grammo di tessuto.

Come ridurre le emissioni di CO2

L’accordo sul clima 2023 siglato negli Emirati Arabi con la COP 28, la conferenza sulle parti delle Nazioni Unite, è l’ultimo dei documenti redatti per eliminare la CO2, la vera grande battaglia per non far aumentare ulteriormente la temperatura sulla Terra. Il punto è che prima di arrivare all’eliminazione dell’anidride carbonica si dovrebbe intervenire sulla riduzione delle emissioni, altrimenti il rischio è di spendere ancora più soldi per eliminarla senza però estirpare il problema alla radice. Secondo l’accordo entro il 2035 si prevede una riduzione delle emissioni del 60%, ma il tutto è da verificare, in particolare evidenziando le modalità di utilizzo dei fossili. Una delle soluzioni principali per ridurre CO2 è  infatti la decarbonizzazione e l’utilizzo diffuso di energia proveniente da fonti rinnovabili. Bisognerebbe investire su infrastrutture più sostenibili e gestite in maniera intelligente grazie alla tecnologia e cooperare a livello internazionale per diffondere modelli di gestione virtuosi per il trasporto e gli edifici. Secondo l’ultimo rapporto ONU sul Climate Change ci sono delle ricadute positive in merito all’utilizzo di energia pulita. Negli ultimi anni infatti si è abbassato il costo per la produzione di energia da fonti rinnovabili e si sta investendo molto in tecnologie per i veicoli elettrici e lo smaltimento delle batterie. Diverse nazioni hanno dimostrato con investimenti in nuove fonti di energia e in educazione all’ambiente di poter stare entro i limiti previsti per non superare i 2° gradi di surriscaldamento globale, ma siamo ancora lontani per rientrare nell’1,5%.

 

Cooperare per ridurre le emissioni

 Le soluzioni sono diverse, dall’utilizzo delle energie pulite alla diffusione di pratiche volte al rispetto dell’ambiente. Ciò che però fa la differenza è l’impegno di tutti. Un impegno che certamente deve partire dalle istituzioni in primis, ma anche dai singoli, che con scelte e gesti quotidiani dimostrano di essere vicini alle popolazioni che per vari motivi subiscono le conseguenze delle politiche capitalistiche degli ultimi 150 anni. Secondo l’Eurobarometro 2023, il 78% degli europei ritiene il cambiamento climatico un problema serio. Da questo dato bisogna partire per impegnarsi tutti a raggiungere quanto definito dagli accordi di Parigi, ossia raggiungere la neutralità climatica nel 2050, non lasciando indietro nessuno in questo grande progetto che è fondamentale per la sopravvivenza della nostra specie.

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