Estate: tra advanced booking estremo e rush finale, ecco le scelte per le vacanze degli italiani

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(Adnkronos) – È una estate bizzarra per le prenotazioni delle vacanze, non solo per la meteorologia con i suoi eventi estremi. A metà luglio, gli italiani che sono ricorsi a un’agenzia di viaggio cui affidare il budget delle ferie mostrano una netta divisione tra chi ha pianificato con abissale anticipo e chi cerca ancora una proposta accessibile.  Si conferma una tendenza avviata almeno due anni fa, quella della ‘destagionalizzazione per necessità’ (dovuta al caro-prezzi) con una fascia di consumatori che posticipa le ferie a dopo le settimane di picco tariffario. Quest’ultimo cluster prevale, spingendo un fenomeno di advanced booking che dal 2022 prende piede. Se l’estate 2024 nei mesi di luglio e agosto attende ancora il rush finale degli indecisi per un 20% del mercato della rete di punti vendita Bluvacanze e Vivere&Viaggiare, la grande maggioranza dei viaggiatori che ricorre all’esperienza dei consulenti e ai vantaggi di un network di agenzie forte e consolidato ha mandato chiari segnali al mercato imprimendo una ‘curva di booking’ dai 90 ai 110 giorni.  Questo significa che, nei punti vendita si stanno verificando due comportamenti di acquisto, esattamente agli antipodi. Da una parte si registra un early booking esasperato che, già nel primo trimestre del 2024, scaturiva le prenotazioni di agosto e, parallelamente, dall’altra si manifesta il last minute per quei consumatori alla ricerca di tariffe calmierate, a fronte di una partenza immediata o imminente. Cambia anche la tradizionale classifica delle esperienze vacanziere che hanno come protagonista il mare, con la crociera a guadagnare il primo posto, incontrastata. Al secondo c’è l’Italia balneare, mentre la Grecia chiude il podio ed Egitto con Mar Rosso e Spagna scivolano al quarto e quinto posto. In fatto di destinazioni, non si assiste a grandi mutamenti, tuttavia la geografia vede il bacino mediterraneo prevalere sul sempre competitivo Red Sea. Scendendo nel dettaglio del Mare Italia, il ranking vede Sardegna, Sicilia, Puglia, Calabria e Toscana in testa, con la regione tirrenica sempre forte per il fattore della prossimità; quindi, competitiva poiché favorita a quanti la raggiungono in auto propria. Da segnalare lo sforzo dei fornitori nel rivedere il minimum stay durante le 6 settimane di alta stagione, proponendo anche sole 3-4 notti contro i canonici 7-10 giorni. Ma non è solo mare la vacanza dell’estate italiana: notoriamente prodotto fai-da-te, la montagna beneficia del revamp di prodotto da parte di alcuni operatori alberghieri che in Trentino e in Valle d’Aosta hanno saputo ristrutturare l’offerta, proponendo al mercato del turismo di qualità soluzioni apprezzate. Per chi sceglie l’Europa continentale, sono sempre le capitali classiche come Parigi e Madrid a guidare, Lisbona rappresenta un ritorno, Londra scivola in quarta posizione e Praga completa la Top 5 della Summer 2024 per short break di 3-4 notti. Tra le esperienze in auge in agenzia di viaggio i viaggi di gruppo esperienziali a tema gourmet, in treno, in bici. Le mete di lungo raggio protagoniste dell’estate 2024 sono Maldive, Zanzibar e i Caraibi con una Repubblica Dominicana che domina i pacchetti all inclusive. E per Domenico Pellegrino, ceo del Gruppo Bluvacanze “la reazione degli italiani rispetto al sempre più esiguo potere d’acquisto, a causa dell’inflazione perdurante, provoca -spiega ad Adnkronos/Labitalia- effetti preoccupanti nel mercato dei viaggi e delle vacanze, un bene di consumo fondamentale per il benessere psicofisico delle persone e per la produttività. Si va configurandosi, da subito dopo la ripresa delle attività economiche post pandemia, uno scenario di consumo che esclude molte categorie sociali dal turismo di qualità e le costringe a soluzioni fai da te, con durata media più bassa delle vacanze, meno tutele e minor qualità garantita”, spiega ancora. “Il benessere, la tranquillità, il contesto della vacanza garantiti da una organizzazione professionale -spiega ancora- tende così a diventare una ‘esclusiva’ delle categorie di acquirenti più abbienti. Lo ribadiamo da almeno due anni: urgono interventi per aiutare il ceto medio a recuperare capacità d’acquisto. Quali soluzioni? Pensiamo ad una detraibilità fiscale, sul modello della spesa sanitaria, che restituisca accessibilità a quanto è stato uno standard qualitativo per diverse generazioni. Senza dimenticare che una iniziativa strutturata in tal senso ha indubbiamente effetti sul contrasto ad abusivismo ed evasione fiscale”, conclude Pellegrino.   —lavoro/datiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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