(Adnkronos) – Nel 2022 nel nostro Paese il settore farmaceutico si è confermato fra quelli a più alto tasso di innovazione, con investimenti pari a 3,3 miliardi di euro, di cui 1,4 miliardi destinati agli impianti di produzione e 1,9 alla ricerca e sviluppo. L’anno scorso l’Italia ha raggiunto un valore di produzione farmaceutica di oltre 49 miliardi di euro e 46,7 miliardi di export (+42,8% rispetto al 2021). Il settore conta 68mila occupati, il 53,5% sono laureati. Le aziende a capitale estero associate a Iapg (gruppo aziende farmaceutiche italiane a capitale americano) e Eunipharma (gruppo aziende farmaceutiche italiane a capitale europeo e nipponico) costituiscono un motore trainante e un forte stimolo per l’innovazione, con un’incidenza in termini di valore della produzione maggiore del 60%. E’ la fotografia delle aziende farmaceutiche straniere in Italia scattata da The European House Ambrosetti 2023, i cui dati sono stati riportati in occasione della seconda edizione di ‘InnovaCtion’, un appuntamento annuale per politica, istituzioni nazionali e locali, associazioni ed aziende pubbliche e private, per discutere le traiettorie future della cura della salute in Italia e nel mondo. Focus dell’iniziativa, promossa da Gsk a Roma, la Global Health. Gsk – si legge in una nota dell’azienda – ha scelto l’Italia per insediare poli strategici di ricerca e produzione e per investire nel Paese, dove oggi può contare su oltre 3.600 dipendenti di 47 nazionalità. Nel 2022 il gruppo ha impiegato 355 milioni in lavoro e retribuzioni, sviluppando un fatturato di 1,2 miliardi di euro, di cui il 40% per l’export di prodotti e servizi. Ritornando al report Ambrosetti, il settore, che già oggi rappresenta il 2% del Pil, potrebbe generare ulteriore benessere in termini di salute per una popolazione in progressivo invecchiamento, export, lavoro e crescita economica. Serve però attrarre e incoraggiare gli investimenti nazionali ed esteri sostenendo ricerca, industria e accesso all’innovazione da parte della popolazione che attualmente può avvalersi di farmaci e vaccini innovativi, studiati e prodotti in Italia solo con notevole ritardo rispetto agli altri paesi avanzati. Nel 2022, l’Italia è stata la 18esima destinazione al mondo per capitali esteri con 20 miliardi di dollari, rispetto ai 35 miliardi della Spagna e ai 36 della Francia. Per ottenere questi risultati non si può pensare di aumentare solo le risorse mantenendo schemi di lavoro superati, e bisogna pensare ad un Piano nazionale delle scienze della vita che integri le nuove tecnologie per consentire una presa in carico del cittadino a 360 gradi nella prevenzione e nel trattamento semplificando anche le procedure per l’accesso ai farmaci e vaccini innovativi e favorendo attrazione e sviluppo degli investimenti nel Paese. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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