Sabato 23 settembre, presso “Su Tzirculu” a Cagliari, si è svolto il concerto del noto chitarrista cagliaritano Giacomo Deiana.
Una serata emozionante, nel segno della musica e del tanto divertimento. Nel mondo musicale cittadino, Giacomo è molto conosciuto e stimato per come riesce a cantare e ad interagire con la sua chitarra. Con una velocità delle dita impressionante, incanta e affascina il pubblico. Tanto da richiedergli bis e tris.
Giacomo, un ragazzo “diversamente giovane” come il sottoscritto, di un età compresa tra i 30 e i 50 anni, accompagnato dalla dolce melodia della sua chitarra e dalla sua sublime voce, ha espresso al pubblico in sala, oltre alla sua musica, anche alcune riflessioni sul mondo della disabilità, su come bisogna sensibilizzare le persone e abbattere il muro dei pregiudizi e del vittimismo. Parla dell’importanza del lavoro per una persona con disabilità e di quanto sia per lui una questione di dignità. Invita poi, il pubblico, a scrivere per lui delle mail ad alcune ditte di accessori musicali, per farsi che producano i propri componenti per tutti, anche per le persone con disabilità.
Infatti, Giacomo è affetto dall’età di 12 anni, da “Neuropatia ottica ereditaria di Leber”, una malattia rara, neurodegenerativa che porta alla perdita totale della vista. Per rara non si intende che ne siano affette poche persone, ma che ha una percentuale bassa di incidenza.
Abbiamo incontrato Giacomo, sia prima che dopo il concerto. Prima di iniziare a suonare, come un vero professionista qual è, nonostante le centinaia di esibizioni, è apparso teso e concentrato come se fosse il suo primo concerto. Nonostante, le notevoli interruzioni, siamo riusciti a parlare con lui
«Ho suonato brani dai miei due dischi, e abbiamo fatto un omaggio ad Ivano Fossati, che venerdì 22 settembre, ha compiuto la bellezza di 72 anni. Tra queste, la famosa “Il disertore”, tradotta dal cantautore italiano, da un brano di Boris Vian. Ma anche canzoni di altri autori tradotte da Ivano Fossati. La primissima versione italiana la cantò con Fiorella Mannoia. In seguito il brano, fu ripreso anche da Ornella Vannoni»
Cosa c’è nelle tue canzoni di autobiografico?
«Quello che c’è, nelle canzoni di chiunque scriva qualcosa, anche se non parli di te, ci sei tu. Noi autori ci illudiamo di muovere delle marionette e di far muovere dei personaggi, ed è quello che cerco di fare io, perché non mi piace parlare di me in prima persona e raccontare i “fatti miei” a tutti. Non penso sia interessante quello che mi succede, ma quello più interessante può essere mettere in luce un qualcosa che mi tocca e che può toccare anche altri. Solo per questo, vale la pena raccontarlo»
C’è un messaggio che tu vuoi inviare con la tua musica?
«Ogni concerto a seconda di dove si svolge, ha un messaggio diverso. Questo spettacolo che si svolge in un locale e non in un teatro, parla in maniera leggera, nella prima parte di temi importanti e spinosi che leggeri non sono, come lavoro e disabilità. Sia per la persona con disabilità, sia con chi lavora con le persone con disabilità, non per aiutarla, ma per lavorarci a contatto. Un’ idea di dignità del lavoro».
Credeteci sulla parola, vale la pena ascoltare la musica di Giacomo, sia per trascorrere delle piacevoli e rilassanti ore di divertimento musicale, sia perché l’animo e lo spirito vanno sempre arricchiti per abbattere le barriere architettoniche e per sensibilizzarsi sulla parità di genere, culturale e lavorativa.
Daniele Cardia
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