(Adnkronos) –
Israele non riuscirà ad eliminare tutti gli uomini armati di Hamas, in futuro vi sarà una sorta di guerra permanente fra Israele e il nord di Gaza, mentre nel sud della Striscia vi saranno centina di migliaia di profughi. "Non sono pessimista, sono solo realista". A tracciare questo quadro è l'analista israeliano Yigal Carmon, rispondendo alle domande dell'Adnkronos su quale potrà essere il futuro di Gaza. Fondatore del Middle East Media Research Institute (Memri), che monitora i media del mondo arabo e in Iran, Carmon ha fatto parte dell'intelligence militare israeliana ed è stato consigliere per l'antiterrorismo dei premier Yitzhak Shamir e Yitzhak Rabin. Ma soprattutto, a fine agosto, era stato l'unico a mettere in guardia contro il pericolo di un attacco contro Israele fra settembre e ottobre. "Hamas ha costituito un esercito di 30-40mila uomini con i soldi ricevuti dal Qatar, un miliardo e mezzo di dollari inviati negli ultimi dieci anni con il permesso di Israele. L'esercito israeliano potrà ucciderli tutti? Certo che no,
non è possibile. Puoi impedire ad Hamas di governare la popolazione, questa è un'altra cosa, ma non puoi ucciderli tutti. Allora quale potrà essere la fine della guerra? Sarà quando saranno uccisi i leader. Immagino che Israele allora dirà di aver fatto il suo lavoro", ragiona Carmon. Quanto a chi governerà in futuro Gaza, l'analista non offre soluzioni immediate. "E' assolutamente illusorio pensare – sottolinea – che il leader dell'Autorità Nazionale palestinese Mahmoud Abbas possa andare a Gaza, non andrà mai e se lo farà sarà ucciso. Carmon non pensa neanche che l'Onu possa assumersi l'onere di guidare la Striscia, né che lo vorrà fare, neanche temporaneamente l'Egitto, "non sono certo matti". "Non ci sarà una Gaza senza Hamas – afferma- resteranno 20-30 mila combattenti di Hamas, rimarranno e faranno una nuova guerra, sarà la stessa gente con una nuova leadership. Non sono pessimista ma realista. A Gaza city ci sarà un'area di guerra costante nei prossimi dieci anni, dieci anni è un dato ottimistico.
Nel sud della Striscia, succederà come in Turchia, Siria, Iraq, vi saranno decine di migliaia di profughi per decenni. Israele dovrà aiutarli". E anche i profughi israeliani che vivevano al confine con Gaza "non torneranno alle loro case, non sarà sicuro".
Carmon ricorda che Hamas non aveva mai nascosto le sue intenzioni, nel mondo musulmano tutti lo sapevano. Ma l'analista ci tiene anche a sottolineare che gli arabi israeliani hanno dimostrato la loro "fibra morale": nessuno di loro ha celebrato il massacro del 7 ottobre, "hanno dimostrato di essere diversi". E anche fra loro vi sono persone rapite o uccise da Hamas. Quanto agli ostaggi rapiti da Hamas, l'unico modo per liberarli è esercitare una "massiccia pressione sul Qatar, proprio massiccia", afferma Carmon, sottolineando che "Hamas è il Qatar".
Il Qatar, spiega, "sostiene Hamas ma non è suicida", se Doha "pensa che ne va dell'esistenza dell'emirato, allora costringerà Hamas a liberare gli ostaggi. E Hamas lo farà, perché il Qatar è la sua ancora di salvezza. Se quelli di Hamas non fanno quel che dice il Qatar rimarranno da soli, al mondo nessuno li ama". Per salvare gli ostaggi bisognava però agire fin da subito, "offrire tutti i terroristi nelle carceri israeliane in cambio del loro rilascio. Il nostro stupido governo, autorizzo a scrivere stupido, non l'ha fatto. Dovevano farlo il primo giorno, ci sono dei bambini, dei bebè, devono essere rilasciati. Lo dobbiamo alle famiglie", insiste Carmon
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu "doveva dimettersi ieri, può farlo oggi". Interrogato sul destino politico di "Bibi", Carmon non ha esitazioni, affermando che il primo ministro dovrebbe dimettersi subito anche se c'è una guerra in corso. E dovrebbe farlo perché non ha fatto nessuna marcia indietro sulla "catastrofica politica" verso il Qatar, al quale ha permesso di finanziare Hamas. "Ogni killer, tunnel, pallottola di Hamas, è denaro del Qatar", ha precisato. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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