Maria Rosaria Boccia e il ‘mistero’ del cane che abbaia durante la videointervista

banner pubblictà

(Adnkronos) – Dopo l'intervista al Tg1 del ministro Sangiuliano, giovedì 5 settembre, è arrivata la replica dell'imprenditrice campana Maria Rosaria Boccia risponde su La Stampa. Due pagine sul giornale e una clip video dove Boccia in giacca nera, camicia bianca e con un sorriso stampato racconta la sua versione sul rapporto con il ministro della Cultura. Ma in questa storia dai contorni incredibili irrompe un terzo incomodo: un cane che abbaia in sottofondo durante tutta l'intervista concessa al vicedirettore della Stampa Federico Monga. E anche su questo, nella rete, è partito il dibattito.  'Di chi è?', si chiedono diversi utenti sui social. Se sia o meno di Boccia è un elemento che, a detta di qualcuno, potrebbe andare più o meno a suo favore: che lo abbia portato con sé per non lasciarlo solo in casa? "Ho guardato lo spezzone dell'intervista – si legge in un messaggio su X – a Maria Rosaria Boccia, si sente un cane abbaiare, questo mi basta, io sto con lei. Se ami i cani sei una persona sensibile". Ma sui profili di Boccia del cane non c'è traccia e considerando la sua iper pubblicazione si fa fatica a pensare che non lo abbia mai fotografato. E allora? Di chi è?  Qualcuno avanza l'idea che sia di Monga. Ma anche in questo caso appare poco probabile che il giornalista lo abbia portato con sé a fare l'intervista. Quindi? Potrebbe essere degli avvocati di Boccia nello studio dei quali è stata ospitata la videointervista. Un piccolo mistero "a quattro zampe". Nessuno lo ha visto ma tutti lo hanno sentito. Eccome.  Tant'è che c'è chi fa ipotesi persino sul nome. D'altronde, anche questo potrebbe raccontare qualcosa di Boccia. E poi perché abbaiava? Aveva fame? Si sentiva solo? Forse lo avevano chiuso in una stanza per la durata delle riprese? Cosa voleva dire, anzi abbaiare?  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

banner pubblicità

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*