(Adnkronos) – “Dal prossimo 1 aprile le nuove tariffe nazionali decurtate creeranno ancora di più una sanità di serie A e una di serie B. Le Regioni più ricche potranno permettersi di finanziare con risorse aggiuntive un tariffario più congruo, garantendo così la sostenibilità del servizio ai propri cittadini, mentre le altre Regioni, in particolare quelle del Centro-Sud, non avendo questa possibilità saranno costrette ad applicare il tariffario nazionale compromettendo seriamente l’assistenza territoriale. Questo è inaccettabile”. Lo ha detto Luca Marino, vicepresidente di Unindustria sezione sanità, nel corso del suo intervento in occasione della prima grande iniziativa a carattere nazionale che si è tenuta questa mattina al Teatro Brancaccio a Roma. Le più rappresentative categorie dei laboratori di analisi si sono riunite sotto una unica sigla, Uap – Unione ambulatori e poliambulatori, per dare voce a ciò che accadrà alla sanità territoriale con l’ingresso delle tariffe imposte dal nuovo nomenclatore, a partire dal primo aprile 2024. “Chiediamo un ripensamento di queste politiche tariffari – afferma Marino – Non è solo una questione di numeri, ma di garantire che ogni cittadino italiano possa continuare ad avere accesso a servizi sanitari di alta qualità. Abbiamo bisogno di tariffe che riflettano i costi reali dei servizi che offriamo, che ci permettano di investire in innovazione e che assicurino la sostenibilità delle nostre strutture”. E’ “paradossale che – aggiunge – mentre il ministro Schillaci riconosce l’importanza cruciale dell’assistenza territoriale, le sue azioni sembrino muoversi in direzione opposta, declassando il ruolo vitale delle nostre strutture. Invece di ridurre il supporto alle strutture ambulatoriali che hanno dimostrato efficacia ed efficienza, sarebbe opportuno valorizzarle come risorse preziose”. “Nell’atto di indirizzo 2024, emanato dal ministero della Salute – ricorda Marino – l’assistenza territoriale sembra essere affidata esclusivamente alle Case di comunità, che rappresenterebbero un investimento molto più oneroso e meno efficace dei fondi del Pnrr, o, ancora peggio, alle farmacie dei servizi, strutture totalmente inadeguate per tale ruolo. A questo punto è lecito chiedersi quale considerazione riservi il ministro Schillaci alle nostre realtà e al nostro lavoro. Non si tratta di chiedere privilegi, ma di garantire che il nostro sistema sanitario resti tra i migliori al mondo, accessibile a tutti, indipendentemente dal reddito o dalla condizione sociale”. Per questi motivi, conclude il vicepresidente, “invito il ministro e tutti i rappresentanti del Governo a considerare queste istanze e a lavorare con noi per trovare una soluzione che garantisca la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale, la qualità delle cure e l’equità nell’accesso ai servizi sanitari per tutti i cittadini italiani”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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