(Adnkronos) –
Giorgia Meloni è arrivata ieri a Pechino con la figlia Ginevra. Sempre con lei al fianco, la premier giovedì farà tappa a Parigi per assistere a un match di pallavolo delle Olimpiadi di Parigi 2024. Ma la meta appare lontana, perché da qui al primo agosto la presidente del Consiglio dovrà far fronte a 4 giornate determinanti e certo non semplici. A partire dall'incontro con il presidente Xi Jinping, in agenda domani 29 luglio e 'piatto forte' di questa prima visita ufficiale in Cina.
Oggi la giornata avrà inizio nel pomeriggio ora locale, quando in Italia è mattina, con l'incontro con il primo ministro Li Qiang. Di cui la premier sarà ospite anche a cena, ma solo dopo aver preso parte -insieme- al taglio del nastro del Business Forum Italia-Cina. Sotto i riflettori l'intenso interscambio commerciale, che ha toccato quota 66,8 miliardi di euro nel 2023, facendo della Cina il secondo partner commerciale extra Ue, dietro solo agli Stati Uniti. Un partner da cui Roma non può prescindere, ecco perché Meloni cercherà di rilanciare e rinsaldare i rapporti bilaterali. L'esordio a Pechino -con due giornate di missione anche a Shanghai- arriva infatti dopo lo strappo consumatosi nel dicembre scorso, quando la premier, tenendo fede a quanto promesso in campagna elettorale, sfilò l'Italia dal Bri, il Memorandum sulla via della Seta a cui il primo governo Conte aveva aderito nel 2019 confidando in un business di 20 miliardi di euro. In realtà, complice la pandemia e la contrarietà degli States, i risultati portati a casa da Roma sono stati ben al di sotto delle aspettative, ma per Xi l'adesione dell'Italia alla Belt and Road Initiative assumeva soprattutto un forte valore simbolico, perché permetteva a Pechino di tenere dentro al progetto anche un Paese del G7, l'unico ad aver aderito al Memorandum faraonico voluto dal Presidente. In questa missione le relazioni economiche avranno un ruolo determinante ma certo non il solo. Sul tavolo anche i temi internazionali, a partire dalla guerra in Ucraina su cui la premier -che quest'anno detiene la presidenza del G7- non ha mai mostrato tentennamenti, mentre la Cina continua a essere guardata con sospetto per le sue relazioni con la Russia. Ma anche come una pedina potenzialmente decisiva per uscire dal pantano di un conflitto che va avanti ormai da due anni e mezzo. E va inquadrata in quest'ottica la visita dei giorni scorsi del ministro degli Affari Esteri ucraino Dmytro Kuleba in Cina. (dall'inviata Ileana Sciarra) —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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