(Adnkronos) – “Le imprese italiane sono presenti in Libano, che è sempre stato uno dei paesi storici con il quale l’Italia ha fatto business. Oggi magari l’interscambio con l’Italia non è quello dei tempi migliori, ma comunque è sempre un paese verso il quale gli imprenditori italiani guardano con attenzione. Oggi però a Beirut c’è molta tensione, c’è molta paura, questo di conseguenza condiziona oltre che la vita sociale di tutti i giorni anche gli aspetti economici. Quindi oggi non è certo il periodo migliore per poter parlare di business tra l’Italia e il Libano, anzi tra qualunque paese e il Libano”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Pietro Paolo Rampino, neo presidente della Joint Italian Arab Chamber of Commerce (Jiacc), la Camera di commercio italo araba, fa il punto sui rapporti economici tra il nostro Paese e il Libano, in questi grioni al centro del conflitto in Medio Oriente. E Rampino ricorda che “la situazione economica in Libano è sempre stata condizionata da quello che gli succedeva intorno, speriamo che queste difficoltà vengano superate”. In particolare, spiega Rampino, “l’Italia ha sempre esportato in Libano tutto quello che riguarda la parte del food and beverage”. “Dal canto suo, il Libano si è sempre caratterizzato per servizi bancari e finanziari, era considerato un po’ come la Svizzera del Medio Oriente nei tempi che furono. Oggi la bilancia commerciale è favore dell’Italia, l’export, è superiore rispetto all’import”, conclude. —lavoro/made-in-italywebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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