(Adnkronos) – “Siamo qui a Firenze per ribadire la centralità della nautica nel sistema produttivo italiano ed europeo e l’eccellenza dell’Italia nel mondo. La più grande filiera nautica e marittima mondiale la abbiamo in questo Paese e siamo primi in assoluto come percentuale di mercato sui maxi yacht. Se poi ci mettiamo anche la bellezza e la capacità di coniugare il turismo nautico col turismo d’arte, se il nostro Paese lavorerà sui temi della destagionalizzazione, sull’utilizzo più efficiente del sistema di trasporto e soprattutto del sistema delle vie d’acqua e delle vie marittime, potremo incrementare ancora di molto, non solo il nostro prodotto interno lordo, ma anche tutto il sistema turistico”. È l’analisi di Edoardo Rixi, vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, intervistato a margine della Convention Satec 2024 ‘Nautica, rinascimento italiano: dalla città delle arti, la Convention delle imprese della filiera della nautica da diporto lancia un piano per la Blue Economy’, organizzata da Confindustria Nautica a Palazzo Pucci a Firenze. “La nautica è una passione prima che un settore industriale – sottolinea – Un messaggio che voglio dare anche ai tanti giovani che oggi in Italia credono di poter realizzare i propri sogni nel settore nautico e che possono trovare occupazione ad alto livello di reddito portando avanti le proprie passioni”. Interrogato sulle aspettative per il prossimo Salone Nautico di Genova, l’onorevole Rixi risponde: “È una grande manifestazione internazionale. Negli ultimi anni c’è stato un incremento delle presenze ed è tornato a essere un salone importante. Se continuerà a crescere, nei prossimi anni tornerà a essere, dopo quello che si tiene in Florida, il salone più importante a livello europeo. Ci aspettiamo dall’edizione di quest’anno un profondo rilancio e un salone che guardi al futuro. Finiremo il Waterfront l’anno prossimo è sarà tutto più facile”. Sull’andamento dei lavori per la Diga Foranea di Genova, invece, l’onorevole risponde: “Credo che sia un’opportunità. Abbiamo bisogno di incrementare la sicurezza tecnico nautica e la capacità di uno scalo che oggi gestisce il 33% delle merci che arrivano via mare nel nostro Paese e il 54% dell’export extra-Ue. Ritengo che se per un’opera che dura 80-90 anni come è durata la vecchia diga, si ritarda di sei mesi non cambia nulla”, conclude. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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