NE BUONI, NE CATTIVI: ma solo vittime innocenti.

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Foto di Daniele Cardia
relatori convegno

Daniele Cardia

Forse un giorno rivedremo quell’immagine del 1993, quando davanti al Presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, il Leader Israeliano, Yitzhak Rabin, ed il Leader Palestinese, Yasser Arafat, si strinsero la mano.

Sono passati trent’anni e tante cose sono cambiate. Oggi, è impensabile pensare che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il Presidente palestinese, Abu Mazen, possano esprimere un gesto così eclatante per portare la Pace. Il Mondo intero sta assistendo ad un altro conflitto atroce e crudele; oltre a quello Russo – Ucraino; per una causa che si trascina da secoli. Cercare di impadronirsi della striscia di Gaza. Questo conflitto potrebbe (forse) avere conseguenze inimmaginabili, allargandosi agli Stati confinanti, potenze nucleari. Ma quale Paese industrializzato al Mondo, non dispone di ordigni nucleari?

Lo scorso 7 ottobre, il gruppo estremista Ḥamās, ha compiuto una barbaria, un atto di terrorismo contro Israele. Uccidendo uomini, giovani, anziani, donne e bambini. Vittime israeliane innocenti. Lo Stato di Israele ha reagito, forse fin troppo esageratamente, colpendo Gaza, la Palestina e milioni di civili, non militari o politici. Altre vittime innocenti, questa volta Palestinesi. Due Stati, molto lontani da noi, ma che potrebbe coinvolgere tutti. E l’Occidente guarda preoccupato. I Leader e i Media sembrano preoccupati, perché vedono morire civili o perché non vogliono la guerra in casa? Con conseguenze economiche e politiche inimmaginabili. Senza contare i miliardi di morti innocenti.  

Giovedì 26 ottobre, presso la “Manifattura Tabacchi” di Cagliari, si è svolto un importante convegno, dal titolo DALLA SIRIA ALLA PALESTINA: Gaza epicentro del conflitto”.  Sono intervenuti

il giornalista Direttore della rivista” SPONDSAUD” e moderatore dell’evento, Alessandro Aramu;

il Presidente del Centro Italo Arabo, Raimondo Schiavone;

il Docente dell’Università di Cagliari, Franciscu Sedda;

il giornalista della rivista geopolitica “EASTWEST”, Matteo Meloni;

il già Ambasciatore d’Italia, Bruno Scapini;

ed il già Presidente della Delegazione Italiana Assemblea Nato, Antonello Cabras.

Il video integrale della conferenza lo trovate già online, sulla Webtv https://matextv.com/.

Noi abbiamo seguito la conferenza con molta attenzione, e tra i tanti interventi, mi hanno colpito particolarmente, sintetizziamo quanto segue:

Raimondo Schiavone, grande conoscitore del mondo arabo, che ha affermato che «i giornalisti nazionali ed internazionali, si comportano più da tifosi per una fazione o l’altra, e che non fanno chiarezza su quanto realmente accade. Quello che viene raccontato è l’interpretazione delle parti. Non si può raccontare quello che sta succedendo a Gaza, se non si parla prima della Siria e di quello che accade da venticinque anni. Ḥamās ha combattuto con l’Isis, partecipando alle attività belliche e di intelligence…»;

Franciscu Sedda «Gli attori principali, non sono solo Israele e Palestina, ma i gruppi estremisti che legittimano la violenza…»;

Matteo Meloni: giornalista – esperto dei temi di guerra, dal pensiero pessimista:«Sono sconvolto per quello che sta succedendo, dal punto di vista mediatico. L’Opinione Pubblica è orientata rispetto alla causa palestinese e al conflitto. Questo è un conflitto che potrebbe sfociare in un conflitto mondiale…»

Pensiero pessimista anche, quello di Guido Scapini.

Antonello Cabras, essendo stato presidente dell’assemblea Nato, ha un pensiero più ottimista: «ricordate le primavere arabe? Sembrava che i Paesi Arabi si sarebbero avvicinati alla democrazia occidentale, ma non è stato così. Non credo che si espanderà ad un conflitto mondiale…».

Diverse opinioni, condivisibili e contrastanti tra di loro. Semplicemente la guerra secolare tra Israele e Palestina negli ultimi venti giorni è diventata più accesa. Sicuramente è preoccupante per tutti gli innocenti che stanno perdendo la Vita. Poi, c’è chi pensa che diventerà una terza guerra mondiale e chi invece no. L’unica cosa certa, sono i migliaia di essere umani che stanno soffrendo e morendo. Una barbaria crudele, inaudita, che non ha nessuna giustificazione. Ma noi dobbiamo sempre cercare di essere ottimisti, e che tutto questo presto finirà.

Yasser Arafat, leader palestinese, diceva una cosa importante: «La differenza tra il rivoluzionario e il terrorista risiede nella ragione per cui combatte. Per chi sta da una causa giusta e combatte per la libertà e la liberazione della sua terra dagli invasori, i coloni e colonialisti, non può essere chiamato terrorista, altrimenti gli americani nella loro lotta per la liberazione dai colonialisti britannici sarebbero stati terroristi; la resistenza europea contro il nazismo sarebbe stato terrorismo, la lotta dei popoli asiatici, africani e latino-americani sarebbe terrorismo, e molti di voi che sono in questa Assemblea sono stati considerati terroristi».

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Giornalista Pubblicista - Direttore "MediaPress24" Scrivo per "Angeli Press" - "Cagliari Live Magazine" e con "Il Punto Sociale" Collaboro con "Opificio Innova, le WebTv: "MATEX Tv" e "ManiaTv" Vincitore dei Premi "USSI SARDEGNA 2022" Ho collaborato con l'emittente tv locale "Uno4" Nel 2017 ho scritto il libro: "Una storia qualunque... Barcollo ma non mollo"

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