Nobel per Letteratura, premio alla scrittrice sudcoreana Han Kang

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(Adnkronos) – Il premio Nobel per la Letteratura 2024 è stato assegnato alla scrittrice sudcoreana Han Kang, “per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilità della vita umana”. Ad annunciarlo è stato il Comitato Nobel.  Han Kang, 53 anni, è considerata un’autrice estremamente coraggiosa, che ha deciso di fare dell’esplorazione della violenza, individuale e collettiva, il soggetto della propria arte.   Nata a Gwangju il 27 novembre 1970, figlia dello scrittore Han Seungwon, ha vinto il Yi Sang Literary Award come il padre. In Italia i suoi romanzi sono pubblicati da Adelphi. Tra i suoi libri “La vegetariana”, vincitore del Man International Booker Prize nel 2016, “Atti umani” (2017), “Convalescenza” (2019) e “L’ora di greco” (2023). Tra gli altri riconoscimenti ricevuti, spicca il Premio Malaparte che è stato consegnato a Kang il 1° ottobre 2017 a Capri, dove aveva presentato “Atti umani”, allora in uscita in traduzione italiana, con la giuria presieduta da Raffaele La Capria. Ispirato a un episodio di rivolta urbana realmente avvenuto nella Corea del Sud nel maggio 1980, “Atti umani” è un lungo dialogo tra i vivi e i morti su una carneficina mai veramente narrata in Occidente.  La scrittrice sudcoreana è salita alla ribalta mondiale nel 2016 quando, contro ogni pronostico, vinse il Man Booker International Prize, prestigioso premio riservato ai romanzi pubblicati in lingua inglese, battendo in finale “La storia della bambina perduta” di Elena Ferrante e “La stranezza che ho nella testa” del premio Nobel turco Orhan Pamuk. “La vegetariana” racconta la storia di una donna che, a causa della sua scelta alimentare, si imbatte in conseguenze disastrose: la storia della protagonista, Yeong-hye, viene sempre descritta attraverso le percezioni di un’altra persona: prima il marito, poi il cognato e infine la sorella. È come se Yeong-hye stessa fosse privata del diritto di avere una propria identità, e la sua esistenza fosse giustificata solo in quanto funzionale alle esigenze di un’altra persona. La decisione di non mangiare più carne è l’atto di ribellione, è la necessità di Yeong-hye di riaffermare la propria esistenza in quanto individuo a sé. Al tempo stesso però, è anche negazione di quel corpo che è memoria e testimone di una violenza fisica e psicologica. Il disgusto per la carne della protagonista, reso palpabile dalla natura grafica dei suoi sogni, si identifica con la rinnegazione di quel corpo stesso e con la ricerca di una rinascita, di una liberazione dal trauma. Dopo gli studi all’Università Yonsei di Seul in letteratura coreana, Han Kang esordisce con una raccolta poetica nel 1993, “Winter in Seoul” (1993). L’anno successivo esce il suo primo romanzo, “Red Anchor”, al quale ne seguiranno altri sei. Dal 2013 insegna scrittura creativa al Seoul Institute of the Arts.  Tra le curiosità, da segnalare che Kang il 25 maggio 2019 ha consegnato un suo manoscritto inedito intitolato Dear Son, My Beloved alla Biblioteca del futuro, un progetto artistico culturale ideato da Katie Paterson. Così come le altre opere di questa biblioteca anche il libro di Kang verrà pubblicato e reso disponibile solo nel 2114, cento anni dopo l’avvio dell’iniziativa. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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