(Adnkronos) – “Nel 2022 abbiamo toccato un numero record di pratiche aperte, oltre 3,6 mln tra Italia ed estero, e di questa mole di attività prodotta da Inca solo un quarto ricade sotto il finanziamento pubblico, la parte preponderante è di interventi di natura consulenziale”. Così Michele Pagliaro, presidente dell’Inca Cgil, nel suo intervento al Cnel sul Bilancio sociale 2022 del Patronato. “Da quando siamo nati per volontà di Giuseppe Di Vittorio, -ha ricordato- oltre 78 anni fa come ricordava il presidente Brunetta che ringrazio, abbiamo lavorato con un obiettivo, lo stesso di sempre, di cui siamo gelosi custodi e puntuali interpreti, e cioè mettere al centro la persona, con i suoi problemi e le sue necessità a cui dare risposte e offrire soluzioni”. “In questi giorni su alcuni organi di stampa -ha detto Pagliaro- si è teso a screditare la nostra attività, accusandoci di generare pratiche fittizie, per gonfiare i numeri e incassare più soldi destinati a finanziare la campagna contro il governo Meloni. La prima cosa singolare è che le pratiche fittizie ricadrebbero in un periodo temporale anteriore al governo Meloni e non si capisce come avremmo potuto sostenere la campagna contro, semmai sarebbero potuti servire a colpire i governi precedenti, di sinistra. Al di là della battuta, sottolineo con forza che tali accuse sono false. Basterebbe ricordare a questi ‘professionisti dell’informazione’ che il Patronato Inca è tra i pochi istituti che hanno beneficiato della cosiddetta premialità, vale a dire di un incremento percentuale della propria quota di mercato derivante dal bassissimo scarto tra pratiche dichiarate e pratiche certificate dal ministero del Lavoro”. “Vorrei sottolineare che un conto sono le pratiche fittizie, e quindi false, cosa diversa sono le pratiche presentano dei vizi di forma, magari per carenza di documentazione. Per quanto riguarda le prime, e cioè le fittizie, Inca non ha mai assecondato questa modalità direi disinvolta e spregiudicata. Ed è bene precisare che le denunce contenute in questi articoli riguardano un’indagine parlamentare del 2026 che ha coinvolto tutti i patronati che lavorano all’estero. Chissà però perchè nei articoli in questione si fa riferimento solo all’Inca…. Le pratiche con carenza di documentazione non possono essere, per quanto ci riguarda, assimilate a pratiche inventate di sana pianta, perchè anche se con vizi di firma, che ne pregiudicano anche la valorizzazione, corrispondono ad attività reali che hanno dato accesso a diritti e tutele”, ha concluso. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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