(Adnkronos) – “Il diabete e le malattie croniche non trasmissibili rappresentano veramente la sfida per una nazione come l’Italia, che ha il vantaggio di avere una popolazione particolarmente longeva. Ma noi, oltre a sperare che gli italiani vivano di più, vorremmo anche che passassero gli anni in buone condizioni di salute”. Nella Penisola “sono quasi 4 milioni i pazienti affetti da diabete e molti altri sono quelli che non sanno di averlo. E’ un quadro epidemiologico complesso, dovuto sicuramente a stili di vita non corretti”, dall’alimentazione alla sedentarietà. “C’è il nostro impegno massimo a far sì che l’attenzione verso i corretti stili di vita venga portata ai ragazzi fin dalle scuole elementari e credo che l’azione più importante sia quella di migliorare la prevenzione”. E’ uno degli aspetti che il ministro della Salute Orazio Schillaci ha voluto evidenziare parlando agli Stati generali sul diabete, in corso a Monte Porzio Catone (Roma). “Investire in prevenzione – ha sottolineato – vuol dire investire e non spendere”. “E’ proprio un paradigma che va cambiato – ha aggiunto il ministro – I soldi messi sulla prevenzione sono i soldi meglio spesi, perché permettono intanto ai cittadini di stare meglio, e poi permettono ai sistemi sanitari anche di risparmiare”. Il diabete e le malattie croniche non trasmissibili sono “una priorità globale a livello mondiale che interessa tutti i sistemi sanitari, e devo dire purtroppo” che sono “in costante crescita anche nelle nazioni con un basso e medio reddito. Ieri ho partecipato alla prima riunione online del G20 Salute, che quest’anno si terrà in Brasile, e c’è grande attenzione da parte di tutti, ovviamente, anche alle malattie che stanno condizionando la crescita dei servizi sanitari dei Paesi con maggiori difficoltà”. “Qualunque sistema sanitario come il nostro – ha proseguito Schillaci – con una popolazione che cresce continuamente dal punto di vista dell’età, è ovvio che non può fare a meno della prevenzione. Noi ci siamo impegnati da subito a promuovere una corretta alimentazione. Ricordo la dieta mediterranea italiana e poi un’attività fisica continua. Questo serve veramente a tutti e serve al sistema sanitario nazionale. Dobbiamo garantire l’accesso ai servizi sanitari alle persone che convivono con il diabete o che sono a rischio di diabete, dobbiamo ridurre il peso di questa malattia sulla singola persona, sui familiari, sul contesto sociale”. “Ricordo che l’Italia si è dotata lo scorso settembre di una legge che prevede programmi pluriennali di screening per la celiachia e per il diabete di tipo 1 rivolti alla popolazione pediatrica – ha infine ribadito il ministro – Stiamo completando il decreto per individuare le modalità operative, le figure professionali e le fasce di popolazione da coinvolgere nel programma. Concludo ribadendo quanto sia importante avere un’alleanza tra mondo scientifico, medico, accademico e istituzionale e mondo politico”. E’ questa, chiosa Schillaci, “una sinergia imprescindibile per dare le risposte migliori e tempestive, all’altezza della crescente e giusta domanda di salute dei pazienti alla quale noi non possiamo non rispondere nella maniera migliore possibile. In particolare a quella del diabete che rappresenta sicuramente una malattia simbolo per i prossimi anni, per la quale dobbiamo prestare particolare attenzione”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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