Speculazioni sugli Impianti eolici in Sardegna: Confintesa avverte sui pericoli per l’ambiente e il patrimonio culturale

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pale eoliche

CAGLIARI – La Confintesa Sardegna ha lanciato un forte allarme sulla proliferazione incontrollata degli impianti eolici nella regione, evidenziando preoccupazioni riguardo alla speculazione selvaggia che si sta sviluppando attorno alle concessioni per le energie rinnovabili. Nonostante la Sardegna produca già un surplus energetico del 40% rispetto al proprio fabbisogno, le nuove direttive imposte dallo Stato Italiano richiedono alla regione di raggiungere una produzione minima di 6,2 GW da fonti rinnovabili, in linea con gli obiettivi stabiliti dall’Unione Europea. Marco Podda Confintesa

Il problema principale, secondo Confintesa, è l’assenza di un tetto massimo di produzione, che ha portato all’approvazione di oltre 800 progetti per impianti eolici, per un totale di ben 58 GW. Questa cifra è sproporzionata rispetto al fabbisogno energetico della regione ed è quasi tre volte la capacità eolica installata in tutta la Francia. La situazione è resa ancor più preoccupante dal fatto che molti di questi progetti sono stati presentati da società con capitale sociale di soli 10.000 euro, create appositamente per sfruttare il mercato delle concessioni, sollevando dubbi sulla loro capacità di gestire in modo adeguato l’installazione, la manutenzione e, soprattutto, la bonifica degli impianti a fine ciclo.

Questa corsa all’installazione di turbine eoliche sta avendo un impatto negativo su uno dei più grandi patrimoni culturali e naturali d’Europa. Con circa 10.000 siti archeologici sparsi per l’isola, molti dei quali di rilevanza storica mondiale, l’incremento degli impianti eolici potrebbe compromettere gravemente il paesaggio e il patrimonio culturale della Sardegna. Inoltre, l’Università di Cambridge ha evidenziato parallelismi tra quanto sta accadendo in Sardegna e la speculazione avvenuta in Messico con le comunità dei Zapotechi e in Nord Europa con i Sami, dove l’installazione massiva di impianti eolici ha avuto conseguenze devastanti per le comunità locali.

La situazione è aggravata dal fatto che, nonostante il surplus energetico, i cittadini sardi continuano a pagare alcune delle bollette energetiche più alte d’Italia. Questo paradosso alimenta il malcontento e il senso di ingiustizia tra la popolazione locale, che si sente doppiamente penalizzata: da un lato dall’imposizione di progetti eolici non necessari e dall’altro da costi energetici sproporzionati.

Confintesa Sardegna chiede quindi un intervento urgente da parte delle istituzioni locali e nazionali per frenare questa speculazione e per proteggere la Sardegna da un futuro che potrebbe vederla devastata sul piano ambientale, culturale ed economico. Il sindacato si rende disponibile a collaborare con le autorità per sviluppare un approccio più sostenibile che rispetti il territorio e i suoi abitanti, garantendo allo stesso tempo il rispetto delle normative europee in materia di energie rinnovabili.

Confintesa ribadisce la sua missione di tutela non solo dei diritti dei lavoratori, ma anche del patrimonio naturale e culturale della Sardegna, invitando a un dialogo costruttivo e all’adozione di misure che possano prevenire ulteriori danni a un territorio già fragile e prezioso.

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