TEATRO DI SARDEGNA: un teatro di produzione

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Foto di Teatro di Sardegna

Uno, nessuno, centomila è il più celebre romanzo di Pirandello. Ed il teatro può avere una, nessuna o centomila maschere o ruoli. Supportare: giovani Compagnie, attori, artisti, talenti emergenti, sono i compiti di un Teatro di produzione. Il “Teatro di Sardegna”, l’unico T.r.i.c. (Teatro di rilevante interesse culturale) dell’isola, ed è l’unico, riconosciuto dal Ministero della Cultura. Si tratta di un teatro disseminato in più territori della Sardegna, un teatro che non soltanto ospita spettacoli, ma è anche presente in reti mondiali, e articola delle programmazioni con degli artisti e delle artiste internazionali:

«Uno dei tanti spettacoli prodotti da noi, e che hanno girato il mondo, con ben 350 repliche, citiamo la più nota: “MacBettu” di Alessandra Serra»

ci dice Giulia Muroni “Responsabile di Progetti Artistici e di Comunicazione”:

«Abbiamo due teatri: uno a Paulilatino (OR) ed uno a Nuoro. A Cagliari ci muoviamo con progetti specifici e su diversi territori. Anzi, siamo dell’idea di articolare processi performativi, d’azione, anche oltre gli spazi teatrali. Un altro Ente legato al performativo è “Fuori Margine” (Centro di Produzione di Danza e Arti performative della Sardegna). Anche questo, l’unico presente nell’isola e con il riconoscimento di essere il più giovane, nato nel 2021. Nasce con l’esperienza del “Festival Autunno Danza”, un festival di arti performative, che si tiene da venticinque anni a Cagliari. Il Centro di Produzione della Danza ha il compito di una particolare programmazione di danza nel territorio, le produzioni sono rivolte a danzatori e danzatrici non necessariamente sarde, ma anche persone che hanno scelto di vivere in Sardegna e che si trovano ad avere a che fare, con i talenti presenti nel territorio e con le loro potenzialità. Siamo quindi, un Teatro che produce, gli unici presenti in Sardegna con i T.r.i.c. e questo, ci differenzia. I Teatri, generalmente, ospitano altre Produzioni, ma noi facciamo tutto un altro lavoro. Abbiamo a che fare, con la produzione artistica dagli albori: dialoghiamo con gli artisti e sosteniamo le loro idee e sosteniamo anche le loro possibilità di sbagliare, perché produrre processi creativi, chiaramente, non è come produrre automobili, ed è diciamo, un lavoro che ha a che fare, anche con tutto il contemporaneo e poi, appunto, con tutte le complessità, di cui è necessario dotarsi.

Il “Centro di Produzione Danza” ed il “Teatro di Sardegna” sono due soggetti differenti. Il primo non si occupa per niente di Prosa, mentre il secondo in qualche maniera è più vicina. L’etichetta di Teatro di Prosa è un’etichetta che in Italia ha avuto molta fortuna. Ma noi generiamo, delle nuove creazioni»

Rispetto l’Accessibilità e l’Inclusione, Come vi comportate?

«Rispetto alla messa in discussione di una soggettività troppo spesso egemone, sia “Sardegna Teatro” che “Fuori Margine” trovano una modalità di collocarsi, che è una modalità politica. Quando “Sardegna Teatro” ha ospitato Chiara Bersani, artista ormai conosciuta in tutta Europa, e con una disabilità importante, noi abbiamo provveduto alla costruzione di un bagno per persone con disabilità, nei bagni degli artisti perché la normativa richiedeva, il bagno per persone con disabilità, soltanto tra gli spettatori e le spettatrici, come se gli attori non possano avere delle disabilità.

Con “Fuori Margine” siamo presenti, in un progetto finanziato dal Ministero, per supportare i processi creativi di persone con disabilità. Come “Teatro di Sardegna” abbiamo un prodotto lavoro che si chiama “I figli della frettolosa”, legato a persone ipovedenti, con l’attore della Compagnia “Berardi – Casolari” un attore ipovedente grave. Esiste un modo di dire: “La gatta frettolosa ha fatto i figli ciechi” e i figli della frettolosa era un lavoro con persone che hanno perso la vista o che sono nate cieche o con il parziale uso della vista. Poi appunto, Chiara Bersani è un’attrice di cui stiamo sostenendo il lavoro da anni. Quindi, mi sento di dirti, che il lavoro con le persone con disabilità si inserisce in una riflessione aperta, e da cui continuiamo ad apprendere, imparare e a trovare delle modalità sempre più accessibili, inclusive e aperte».

«Shakespeare rappresenta come nessun altro autore, ed è questa la sua grandezza, la caducità dell’uomo, secondo la quale ogni cosa che comincia è destinata a finire. Per questo siamo uomini e non dei». (Giorgio Albertazzi)

Daniele Cardia

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Informazioni su Daniele Cardia 281 Articoli
Giornalista Pubblicista - Direttore "MediaPress24" Scrivo per "Angeli Press" - "Cagliari Live Magazine" e con "Il Punto Sociale" Collaboro con "Opificio Innova, le WebTv: "MATEX Tv" e "ManiaTv" Vincitore dei Premi "USSI SARDEGNA 2022" Ho collaborato con l'emittente tv locale "Uno4" Nel 2017 ho scritto il libro: "Una storia qualunque... Barcollo ma non mollo"

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