Tivoli: Ordinanza di misura cautelare per maltrattamenti in famiglia

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Polizia di stato
Polizia di Stato - Foto Archivio

TIVOLI ( ROMA ) La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di misura cautelare con applicazione del braccialetto elettronico e divieto di avvicinamento, emessa dal Gip del Tribunale di Tivoli, nei confronti di un 25enne di origini cubane. L’uomo è gravemente indiziato di maltrattamenti in famiglia nei confronti della propria compagna in stato di gravidanza.

Nel rispetto dei diritti degli indagati, presunti innocenti fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile, si comunica che gli agenti del Commissariato di Tivoli hanno eseguito l’ordinanza. All’uomo è stato imposto il divieto di avvicinamento a non meno di 500 metri dalla ex compagna e dai luoghi da lei abitualmente frequentati, con applicazione del braccialetto elettronico e divieto di comunicazione con qualsiasi mezzo.

Questa misura è parte di una rete di protezione per le donne vittime di violenza, che coinvolge la Procura della Repubblica, le Forze di Polizia, i centri antiviolenza, le Asl e i servizi sociali. In questo caso, è stata determinante l’azione di supporto dei familiari e delle amiche della vittima, che l’hanno incoraggiata a rivolgersi a un centro antiviolenza e alle forze dell’ordine.

L’uomo, alterato dall’abuso di alcool, è accusato di maltrattamenti in famiglia aggravati dallo stato di gravidanza della compagna. La donna ha denunciato le violenze fisiche e psicologiche subite sin dalle prime settimane di gestazione al pool antiviolenza del Commissariato di Tivoli.

Le indagini, coordinate dalla Procura e svolte dal Commissariato di Tivoli insieme al personale di polizia giudiziaria interforze, hanno confermato che l’uomo in più occasioni ha maltrattato la compagna, arrivando a spintonarla contro la maniglia della lavastoviglie e colpendola all’addome con calci e pugni. Oltre alla violenza fisica, l’uomo esercitava un controllo manipolatorio, minacciando la donna con frasi come “ti farò diventare pazza” e “se ti metti con un altro, ucciderò te e lui”.

L’intervento è stato sostenuto da un “cordone di solidarietà” composto dai familiari, amiche, vicini di casa e il medico di base della vittima, che hanno compreso la gravità della situazione e l’hanno spinta a rivolgersi al Centro Antiviolenza e alle forze dell’ordine.

L’appello delle autorità è di non voltarsi mai dall’altra parte e di rivolgersi con fiducia alle istituzioni per prestare assistenza e sostegno alle vittime di violenza. Si invita a contattare subito il 1522, numero anonimo gestito da un’associazione antiviolenza, e in caso di emergenza a segnalare al NUE 112.

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