(Adnkronos) – La tredicesima mensilità del 2023 è in arrivo per i lavoratori dipendenti, eccetto quelli che l’hanno percepita mensilmente in busta paga. Tredicesima le cui date di pagamento dipendono da quanto stabilito dal contratto collettivo, dove solitamente viene lasciato ampio margine discrezionale al datore di lavoro pur obbligandolo a corrispondere la gratifica entro Natale. La buona notizia è che quest’anno, a parità di lordo, la tredicesima netta sarà leggermente più alta, ma solo nel caso in cui l’imponibile risulti pari o inferiore a 1.923 euro. Come ci ricorda Money.it, sotto questa soglia si applica uno sgravio contributivo del 3% anziché del 2% previsto nel 2022: ciò comporterà un risparmio sul versamento contributivo, fino a un massimo di 19,23 euro. Considerando anche l’Irpef dovuta, ne risulta un aumento di massimo 12 o 13 euro netti rispetto allo scorso anno. Nessuna differenza per coloro che hanno una tredicesima il cui importo è superiore a 1.923 ma non a 2.692 euro: in tal caso lo sgravio è sempre del 2% come nel 2022. Semmai bisogna preoccuparsi per quanto succederà nel 2024, quando sulla tredicesima non si applicherà alcuno sgravio con il rischio di un netto più basso persino di 65 euro (circa) rispetto al 2023. Una differenza che verrà in parte mitigata dalle nuove aliquote Irpef, grazie alle quali ne risulterà un risparmio netto fino a un massimo di 20 euro per chi ha un reddito annuo pari o superiore a 28.000 euro. —facilitaliawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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