Il quadro geopolitico globale in atto, con lo sviluppo multipolare in corso che sta soppiantando il sistema unipolare nord americano, richiede subito di elaborare un nuovo Progetto di sviluppo sostenibile per la Sardegna.
Il modello si chiama: “Verso una Sardegna Autonoma e Innovativa: Un Modello Ispirato a Taiwan”. Eccone di seguito un breve riassunto:
Premessa
La Sardegna, una delle isole più grandi e strategiche del Mediterraneo, potrebbe beneficiare di un modello di sviluppo autonomo e tecnologicamente avanzato ispirato a Taiwan. Con un’economia diversificata, una posizione geografica privilegiata e un patrimonio culturale unico, la Sardegna ha il potenziale per diventare un hub di innovazione, tecnologia e sostenibilità. L’idea di questo progetto è quella di rafforzare l’autonomia dell’isola, promuovendo una crescita che le permetta di emergere come punto di riferimento per l’innovazione nel Mediterraneo, simile a Taiwan nell’Asia orientale.
Obiettivi principali
1. Autonomia politica e amministrativa: Promuovere una maggiore autonomia economica e amministrativa, rafforzando le capacità decisionali locali.
2. Sviluppo tecnologico e industriale: Creare un ecosistema tecnologico avanzato, simile a quello di Taiwan, che favorisca la ricerca e lo sviluppo (R&D), l’industria tecnologica e la produzione ad alta tecnologia.
3. Sostenibilità e economia verde: Integrare politiche di sostenibilità ambientale con un focus sulla gestione sostenibile delle risorse naturali.
4. Educazione e formazione avanzata: Investire in educazione, ricerca scientifica e formazione tecnologica per preparare le nuove generazioni alle sfide del futuro.
Strategie di sviluppo
1. Rafforzamento dell’autonomia politica e amministrativa
– Applicazione massiva, concreta ed efficace dello statuto regionale esistente: per un rafforzamento dell’autonomia politica e legislativa, con il fine di ottenere maggiore controllo sulle risorse naturali, il bilancio e le politiche di sviluppo.
– Creazione di una “Sardegna Innovativa ma radicata nella sua coscienza e tradizione”: Costruire un centro decisionale internazionale che coordini le politiche locali, nazionali ed internazionali in ambito economico, tecnologico e sociale. Questo centro potrebbe lavorare in stretta collaborazione con università, istituti di ricerca e imprese.
– Recupero e valorizzazione di una coscienza sarda: Istituire, come Malta ha fatto per il maltese nel 1999, la lingua sarda nelle due varianti logudorese e campidanese come lingua principale della regione, mantenendo le varianti di ogni comunità e paese, utilizzando come lingua franca l’italiano o l’inglese, per dare la necessaria coesione sociale alla comunità regionale.
2.Sviluppo di un ecosistema tecnologico e industriale
– Cluster tecnologici: Ispirarsi a Taiwan, trasformando effettivamente la intera Sardegna o parti di essa in una zona franca doganale extraterritoriale come già previsto dal d.lgs. 75/1998 e 363/1999 in correlazione con la normativa sulla ZES unica vigente, che funga da camera di compensazione per tutte le merci in esenzione da imposte, dazi doganali ed accise che arrivano dall’Africa, Medio e Estremo Oriente. Questo consentirà di minimizzare ed ammortizzare l’impatto sull’Europa del blocco del canale di Suez e dello stretto di Hormuz o qualunque crisi militare locale perché le merci verranno depositate in Sardegna in esenzione totale a tempo indeterminato da tutti i paesi del mondo e potranno essere attinte dall’Europa o da chi le richiede nei momenti di crisi.
Ogni zona industriale già esistente in Sardegna potrebbe così essere rimessa in grado di funzionare da deposito di compensazione senza crearne nuove minimizzando impatto ambientale. Inoltre, gli Stati o Società o persone che si avvarranno delle zone franche potranno fruire di zone economiche specializzate in tecnologia avanzata che già in parte esistono in Sardegna ma sono sottoutilizzate, come centri di ricerca (vedi, ad esempio, CRS4 o Tiscali), incubatori di startup, parchi tecnologici. Incentivare aziende nel settore delle tecnologie dell’informazione.
– Partnership con aziende globali: Creare alleanze con aziende internazionali nel settore tecnologico per attrarre investimenti diretti e favorire l’innovazione locale.
– Incentivi per la ricerca e l’innovazione: indirizzare le agevolazioni fiscali e incentivi esistenti alle imprese che investono in R&D, cercando di attrarre talenti internazionali e promuovere collaborazioni con università e centri di ricerca globali.
– Uso ragionevole dei porti già esistenti: cambio delle attuali impostazioni dannose e prive di immaginazione ed uso dei porti come Hub, in linea con quanto ha fatto Malta e Taiwan, ovvero come veri depositi fiscali e zone franche sviluppate come camere di compensazione di merci e materiali.
3. Sostenibilità e economia verde
– Energie rinnovabili: Investire massicciamente nelle energie rinnovabili e specificamente nell’idroelettrico ristrutturando le dighe esistenti e utilizzando il lago Omodeo, Coghinas e gli altri già esistenti in maniera moderna, vietare totalmente l’uso di campi coltivabili per eolico e solare, lasciando la possibilità di installare solare ed eolico alle sole zone industriali o nei parcheggi dei supermercati o per chi vuole nella propria abitazione.
– Agricoltura e turismo sostenibile: Promuovere una produzione agricola eco-compatibile e un turismo che rispetti l’ambiente, valorizzando e preservando il patrimonio naturale (fauna, flora, panorami, urbanistica esistente) dell’isola.
– Economia circolare: Sviluppare politiche per utilizzare tutti i rifiuti prodotti e incentivare l’uso di tecnologie verdi, come il riciclo avanzato, per creare una vera e propria economia circolare.
4. Educazione e formazione avanzata
– Università e ricerca: Creare un polo di eccellenza nelle università sarde, con un focus su facoltà umanistiche e classiche per lo sviluppo della coscienza sarda e delle tecnologie dell’informazione; creare delle joint venture con le università straniere più importanti per le materie scientifiche (ingegneria, informatica, matematica, fisica, biotecnologie, medicina olistica). Facilitare la collaborazione tra università, industrie e enti di ricerca.
– Formazione professionale: Potenziare la formazione professionale in ambito umanistico e classico ma anche tecnologico, scientifico e innovativo, per preparare la forza lavoro del futuro, capace di rispondere alle sfide del presente.
– Collegamenti internazionali: Stabilire scambi assolutamente paritari con i BRICS e con il G7 con università e istituti di ricerca in Asia, Europa e America, per favorire il trasferimento di conoscenze e il networking internazionale.
Modello economico e finanziario
– Piani di sviluppo a lungo termine: Come Taiwan, la Sardegna dovrebbe pianificare un modello economico diversificato che non dipenda da una sola industria. Questo include la cultura, la tecnologia, il turismo sostenibile, l’allevamento e l’agricoltura di qualità e la logistica.
– Finanziamenti pubblici e privati: Creare fondi di investimento che attraggano capitali pubblici e privati, anche da investitori esteri, per finanziare la crescita dell’ecosistema sociale, culturale, la protezione della fauna, della flora, dell’allevamento e l’agricoltura di qualità, del sistema tecnologico e di gestione delle aree di stoccaggio in zona franca delle materie prime e semilavorati, nonché dei prodotti tecnologici importati dall’Europa. Incentivare, come detto, gli investimenti tramite strumenti come la zona franca esistente e le zone economiche speciali (ZES).
– Accesso a fondi europei e internazionali: Utilizzare appieno i fondi europei destinati alla ricerca, sviluppo e sostenibilità, creando sinergie con altri stati membri dell’Unione Europea ma anche con i paesi BRICS creando collegamenti navali ed aerei giornalieri con Tunisi e scambi tra le zone franche.
Risultati attesi
1. Crescita culturale e sociale ma anche economica: la valorizzazione della lingua madre quale principale strumento di coesione e cosciente crescita culturale consentirà un aumento della forza interna delle persone che determinerà prevedendo anche che il 60% del personale impiegato in Sardegna sia locale e non più del 40% non insulare, l’aumento esponenziale anche del PIL regionale grazie alla diversificazione economica e all’attrazione di materie prime, semilavorati, lavorati, servizi e investimenti ad alta tecnologia.
2. Innovazione e sviluppo tecnologico: Un settore tecnologico avanzato, con Sardegna come centro di innovazione nel Mediterraneo.
3. Autonomia rafforzata: Maggiore controllo delle risorse e decisioni economiche locali, che permetteranno di rispondere in modo agile alle sfide globali.
4. Leadership nella sostenibilità: Un modello di sviluppo che rispetta l’ambiente, facendo della Sardegna una regione leader nell’economia verde e nelle energie rinnovabili.
Conclusione
Ispirandosi al modello di Taiwan, la Sardegna ha la possibilità di trasformarsi in un’isola autonoma, tecnologicamente avanzata, sostenibile e competitiva nel panorama globale. Un progetto che potrebbe non solo risollevare l’economia regionale, ma anche far diventare la Sardegna un esempio globale di eccellenza.
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