(Adnkronos) – "C'è una forte richiesta da parte delle aziende a produrre vini senza alcol o parzialmente dealcolati perché c'è un mercato, magari adesso non ancora significativo ma in alcuni segmenti, come ad esempio le bollicine, c'è richiesta in alcune aree come negli Stati Uniti e in Europa del Nord. Ma in Italia vecchie norme impediscono questo tipo di produzione e si perdono opportunità. Così non va bene". E' l'appello che Micaela Pallini, presidente di Federvini, lancia parlando con l'Adnkronos di nuove tendenze di consumo, in vista della prossima edizione di Vinitaly, la 56esima, in programma dal 14 al 17 aprile a Veronafiere. Il tema è ampiamente dibattuto perché "con la riforma della Pac sono state definite a livello di Ue le regole di produzione e la definizione di vini dealcolati e parzialmente dealcolati, ovvero partendo da un vino si toglie l'acol con alcune pratiche ed inoltre sono stati definiti gli obblighi di etichettatura, peraltro un prodotto dealcolato è solo per il vino generico non per quelli a denominazione d'origine come Doc, Docg, Igt, in Italia però la normativa non è stata aggiornata, sono in vigore vecchie normative che di fatto impediscono la dealcolazione in cantina. E quindi le cantine che lo vogliono fare mandano il proprio vino all'estero, se lo fanno dealcolare e poi lo imbottigliano" spiega la presidente di Federvini in rappresentanza delle filiere di vino, distillati e aceti. "Noi pensiamo che sia sbagliato non permettere alle aziende che vogliono produrre il vino senza alcol di farlo, – rimarca Pallini – vedremo i numeri e trend ma per principio non va bene, anche perché alcuni paesi come Francia e Spagna, ma anche Germania e Austria, già lo producono e si perdono opportunità". "Noi diciamo che bisogna completare il quadro normativo, addirittura la Francia si sta interrogando se dare via libera su indicazioni geografiche. Che poi non sia vino ma un'altra cosa siamo d'accordo". Nella panoramica dei trend dei consumi del settore Pallini che "le bollicine confermano una crescita importante che rientra nei cambiamenti di gusti, sia in Italia che all'estero con il Prosecco in testa, laddove c'è la richiesta di maggiore freschezza, dunque i rossi sono più in sofferenza anche se le grandi denominazioni non subiscono forti contraccolpi". Pallini esorta anche il governo a prevedere aiuti per aprire nuovi mercati. "Il 2024 non è un anno facile, – sottolinea – pesano le tensioni internazionali da un punto di vista economico perché ci aspettavamo tutti un abbassamento del valore del denaro che non è ancora arrivato soprattutto sul mercato americano. Chiediamo che ci siano aiuti per aprire nuovi mercati. Purtroppo, i mercati asiatici non stanno andando bene, in particolare il mercato cinese ha mostrato un rallentamento molto forte nelle importazioni di vino". —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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